ROMA. Toni delicati e nessuna volgarità per la commedia di Aldo, Giovanni e Giacomo 'Il ricco, il povero e il maggiordomo', in sala giovedì in 600 copie con Medusa. Costruito come una storia semplice, tra crisi e solidarietà, e con un finale da favola, il film - che ha la regia di Aldo, Giovanni e Giacomo insieme a Morgan Bertacca - vede il ritorno del trio comico dopo quattro anni (l'ultimo film La banda dei babbi Natale aveva incassato oltre 24 milioni di euro). In questo film che ricalca i primi lavori del trio, di scena Giacomo nei panni di un ricco e spregiudicato broker appassionato di golf. Uno che ha tutto nella vita con tanto di villa con parco e piscina appena fuori città.
Il suo fido maggiordomo e autista è Giovanni, cultore di arti marziali e della filosofia giapponese. Un tipo metodico e deferente. A insaputa di Giacomo, Giovanni ha poi una relazione con Dolores (Guadalupe Lancho), sanguigna cameriera sudamericana che vuole tanto sposarlo.
Aldo, infine, è invece un venditore abusivo nel mercato di quartiere (per farlo non manca di tingersi di nero). Vive con la madre Calcedonia (Giuliana Lojodice), una donna burbera e combattiva che lo tratta molto male, in un piccolo appartamento di periferia. Il poveraccio viene investito per sbaglio dalla potente Maserati condotta da Giovanni e con a bordo Giacomo. Visto che l'uomo sembra aver perso conoscenza, Giacomo e Giovanni lo portano nella villa cercando di comprare il suo silenzio.
Nel frattempo il castello finanziario di Giacomo crolla per una speculazione sbagliata e così, paradossalmente, il ricco Giacomo, insieme ala suo maggiordomo Giovanni, si trovano ad essere ospitati nel misero appartamento di Aldo e mamma. Insomma scoprono che esiste la solidarietà.
«Il nostro modo di scrivere è sempre lo stesso.- spiega Giovanni- Ci mettiamo tutti e tre, insieme ai nostri collaboratori, ad analizzare le idee che ci vengono. Solo quelle che resistono nel tempo le utilizziamo. Le altre vengono scartate». Comunque, aggiunge, «non facciamo mai un progetto cinematografico che si lega al Natale, ma solo quello che viene».
La competizione di Natale? «Non ci interessano le gare - dice Giacomo scherzando -. Forse quelli che temiamo di più sono I pinguini di Madagascar, sarà perchè ci paragoniamo ai cartoni animati, siamo come imparentati». Mentre sul tema della crisi, spiega ancora Giacomo:«Certo i nostri film sono contaminati da quello che ci succede attorno. In questo film c'è la crisi e la solidarietà e va detto che le crisi non vengono mai a caso, ma nascono da persone arroganti».
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