«E' un album dedicato al mondo
dell'arte e parlo di quello che più mi mancherà quando morirò:
la creatività». Le parole sono quelle di Caparezza, alla
presentazione del suo sesto album, "Museica", la cui uscita è
prevista per oggi.
Registrato a Molfetta e mixato a Los Angeles, il nuovo lavoro
da studio è il primo, fatta eccezione per il debutto che però
era strettamente di genere hip hop, al quale il cantautore
pugliese ha messo mano in prima persona sia come autore sia come
produttore artistico.
«L'album si muove tra due poli - racconta Caparezza - quello
dell'arte e quello della violenza. Quando si subisce una
violenza, intesa anche come inquietudine personale, si cerca di
creare una realtà parallela che spesso si trasforma anche in
arte». Composto da un totale di 19 brani, l'album è stato
pensato dal cantautore pugliese («sono difficilmente
catalogabile - dice lui - ma forse quella di cantautore è
l'etichetta migliore») come una sorta di visita guidata
all'interno di una galleria d'arte che va da "Avrai ragione tu
(ritratto)" a "È tardi", con Michael Franti, passando per "Mica
Van Gogh", "Comunque dada" dedicata al suo movimento artistico
preferito («perchè nato per sovvertire le regole acquisite»
dice), "China town" e "Kitaro".
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