MOSUL. Sono immagini di una violenza insensata e scioccante, sebbene diretta contro simboli della civiltà anzichè contro esseri umani, quelle di un nuovo video diffuso oggi dall'Isis in cui si vedono miliziani jihadisti abbattere e darsi metodicamente alla distruzione di statue e bassorilievi a prima vista antichi nelle sale di quello che sembra essere il museo di Mosul, dove sono custoditi reperti di Ninive, l'antica capitale dell'impero assiro.
E' solo l'ultimo episodio - ma forse il più grave - di una campagna contro le vestigia del passato in nome di una presunta purezza islamica portata avanti dai miliziani del Califfato su imitazione dei Taleban che nel 2001 fecero saltare in aria le gigantesche statue del Buddha a Bamian, in Afghanistan, tra lo sconcerto della comunità internazionale.
Dopo avere conquistato Mosul e la circostante piana di Ninive con una fulminea offensiva nel giugno dello scorso anno, l'Isis ha bruciato migliaia di libri sottratti alle biblioteche, improvvisando roghi nelle piazze, ha distrutto una parte della cinta muraria di Ninive ha distrutto con l'esplosivo moschee e chiese meta di pellegrinaggi considerati eretici. Da Mosul alcuni testimoni hanno riferito che, sempre oggi, i jihadisti hanno fatto saltare in aria la storica moschea di Al Khider. Durante il video diffuso oggi, che dura cinque minuti, ci si sofferma sui cartelli in arabo e in inglese che illustrano i manufatti esposti nelle sale del museo.
Le statue vengono abbattute con rabbia dai loro piedistalli, per essere poi decapitate e distrutte a colpi di mazza o con l'uso di martelli pneumatici. Tra quelle che hanno subito questa sorte, secondo l'annuncio fatto da un jihadista che parla agli spettatori, figura una statua di un toro alato che rappresenta l'antica divinità mesopotamica di Nergal. Quelli distrutti, spiega il miliziano, erano "idoli venerati invece di Allah da gente che viveva nei secoli passati". L'Isis segue una dottrina fondamentalista sunnita secondo la quale è vietata qualsiasi riproduzione di esseri umani o animali, tanto più se raffigurazioni di dei.
Tuttavia sono anche numerose le denunce secondo le quali i jihadisti si sono impadroniti di antichi reperti o hanno addirittura effettuato scavi clandestini per rivendere sul mercato nero tutto ciò che trovavano come una delle principali fonti di finanziamento per la 'guerra santa', accanto al petrolio. Ninive, che raggiunse il suo massimo splendore nel VII secolo avanti Cristo, è ricordata per gli imponenti palazzi e per la biblioteca di Assurbanipal, con 25.000 tavolette in caratteri cuneiformi.
Sul Giornale di Sicilia in edicola l'intervista allo storico dell’arte Flavio Caroli sulla devastazione del museo di Mosul.
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