Martedì 07 Maggio 2024

Mangia la banana in campo: la risposta di Alves ai razzisti

Un semplice gesto, condito da un po' d'ironia, ha fatto più di decenni di iniziative e dibattiti sul razzismo nel calcio. Il razzismo è un problema mondiale, «non certo solo della Spagna» come ha tenuto a sottolineare Pep Guardiola parlando alla vigilia di Bayern-Real. Ma con un semplice morso a una banana Dani Alves, terzino brasiliano del Barcellona ha reso l'antirazzismo ancora più globale. «Siamo tutti Dani Alves», il grido lanciato da Spagna e Brasile. "Siamo tutti scimmie", è invece lo slogan lanciato da un altro brasiliano del Barcellona, Neymar. E la campagna a sostegno di Alves è subito diventata virale, fino alla presidente del Brasile Dilma Rousseff e a Renzi e Prandelli. Tutto è partito da un piccolo gesto, ieri sera, durante Villareal-Barcellona: quel prendere dal prato la banana che gli era appena stata lanciata dagli spalti e il mangiarla prima di battere un calcio d'angolo, come risposta ai razzisti che nello stadio del Villarreal avevano ripetutto un gesto troppe volte visto, ha dato il via a un movimento mondiale, via social network. Al punto che in Brasile prima Tv Globo e poi praticamente tutti i media propongono che il gesto di mangiare una banana diventi uno dei manifesti dell'imminente Mondiale. Intanto milioni di anonimi tifosi hanno aderito inviando la loro immagine con in mano, o mentre mangiano, una banana. Non poteva mancare Marcio Chagas, l'arbitro brasiliano di colore che nei giorni scorsi ha abbandonato il calcio in protesta contro il razzismo di cui troppe volte è stato "vittima". Ma sono scesi in campo perfino Presidenti e primi ministri, come il Capo di Stato brasiliano Dilma Rousseff («Dani Alves ha dato una risposta coraggiosa e forte al razzismo nello sport, mostrando carattere») e il Premier tifoso viola Matteo Renzi, che ricevendo Prandelli e i vertici della Figc a Palazzo Chigi ha voluto anche lui aderire alla campagna della banana: insieme al ct si è lasciato fotografare mentre la mangiava anche lui. Complimenti ad Alves per il suo gesto sono arrivati, via Twitter, anche dall'ex ministro italiano all'Integrazione Cecile Kyenge e dal presidente della Fifa Joseph Blatter. Il ct del Brasile, Luiz Felipe Scolari, ha aderito ammonendo però che «non bisogna mai dare visibilità ai razzisti». In Spagna la popolare presentatrice televisiva Marilò Montero, del gruppo radiotelevisivo Rtve, ha manifestato solidarietà al brasiliano del Barcellona mangiando una banana in diretta, mentre da Milano (dove si trovava per esigenze pubblicitarie) si faceva vivo il "Kun" Aguero e da Londra i tre brasiliani del Chelsea David Luiz, Willian e Oscar, e alcuni giocatori del Tottenham, squadra quest'ultima che, essendo espressione della comunità ebraica, è stata più volte esposta ad episodi di razzismo, anche se non legato al colore della pelle. Già, ma il gol più bello contro la discriminazione lo ha segnato proprio Alves, con quel suo gesto che gli è venuto naturale, «perchè chi mi ha tirato quella banana è un ritardato mentale, e non si può far altro che riderci sopra. E poi quando ero ragazzo - ha ironizzato - mio padre mi incitava sempre a mangiare banane, perchè servono ad evitare i crampi». Non poteva mancare la foto-messaggio di Roberto Carlos, che di lanci di questo frutto, e versi scimmieschi, ne ha subiti parecchi ai tempi in cui giocava in Russia nell'Anzhi. Una banana fu lanciata anche a Balotelli, durante Italia-Croazia ad Euro 2012. Anche per questo ha detto la sua l'attuale fidanzata, la modella belga Fanny Neguesha: ha diffuso via Instagram una sua foto, assieme a tre amiche: «se pensate che le persone di colore siano delle scimmie...beh, fatemi dire che sono orgogliosa di essere una scimmia».

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