Scene entrate nell'immaginario come quella in cui Charlot, preso dai morsi della fame, mangia uno scarpone, lacci compresi, come se fosse la pietanza più prelibata o la celebre sequenza, pluricitata da tanti altri film, della danza dei panini, potranno essere scoperte da una nuova generazione di spettatori grazie all'uscita in oltre 70 sale dal 3 febbraio del capolavoro chapliniano The Gold Rush - La febbre dell'oro, film muto del 1925, nella versione restaurata da L'immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna. Il film arriva nei cinema per la rassegna Il Cinema Ritrovato al cinema - Classici restaurati in prima visione, curata dalla Cineteca con Circuito Cinema. L'evento apre l'anno di celebrazioni e appuntamenti ufficiali (affidati dalla Association Chaplin alla Cineteca) per il centenario del personaggio di Charlot, nato il 7 febbraio 1914, nella comica Kid Auto Races at Venice di Henry Lehrman (1914) che, sempre in versione restaurata, viene presentata insieme al film. «Restaurare La febbre dell'oro è stata un'impresa complessa, soprattutto perchè Chaplin nel 1942 è intervenuto sul film, direttamente sui negativi, aggiungendo una partitura orchestrale e un suo commento sonoro. Un'operazione che allora creò molte polemiche anche da parte di Michelangelo Antonioni, che trovava il film perfetto così com'era all'inizio» spiega Gian Luca Farinelli, direttore della Fondazione della Cineteca di Bologna a cui è stato affidato l'intero archivio di Charles Chaplin, composto da oltre 150 mila "pezzi". Nel 2013 è stato portato a termine il lavoro, durato 15 anni, di digitalizzazione e catalogazione e si realizzerà il restauro dell'intera filmografia. Per La febbre dell'oro, avventura del "vagabondo" tra i cercatori d'oro, girata in parte in esterno sulle montagne del Nevada e in parte in studio su finti campi di neve artificiale fatti di sale, «siamo tornati alla versione originale del 1925 e abbiamo dato a Timothy Brock il compito di ricostruire la partitura musicale di Chaplin per il film, ora incisa nuovamente con l'Orchestra Città Aperta» dice Farinelli. Uno dei risultati «che siamo riusciti a raggiungere con il restauro (realizzato in collaborazione con Criterion Collection, Photoplay Productions e Roy Export Company S.A.S.), è ridare la velocità originaria alle immagini: non vedremo tutti correre, com'è nel nostro immaginario del cinema comico muto, costruito su errori di proiezione perpetuatisi nel tempo». Farinelli è molto soddisfatto anche per i risultati che sta ottenendo la rassegna Il Cinema Ritrovato al cinema, con cui da settembre hanno portato in sala, fra le altre, le versioni restaurate de Il Gattopardo, Les Enfants du Paradis e Risate di gioia e nei prossimi mesi usciranno La grande illusione, Roma città aperta (dal 31 marzo), Hiroshima mon amour e Chinatown. «Dalle 24 sale iniziali ora siamo arrivati a 76 - sottolinea Farinelli -, sicuramente la riproporremo il prossimo anno».