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"High hopes", Bruce Springsteen canta la speranza

Bruce
Springsteen torna il 14 gennaio con il 18esimo album della sua
carriera dal titolo «High hopes». «Stavo lavorando a un disco di
brani inediti che fosse tra i migliori dell'ultimo decennio quando
Tom Morello, che sostituiva Steve durante le date australiane del
tour, ci suggerì di aggiungere "High hopes" alla scaletta dei
concerti - ha ricordato il cantante -. Quel brano, scritto da Tim
Scott McConnell della band losangelina Havalinas, l'avevo inciso
negli anni novanta e durante le prove dei concerti abbiamo
preparato il pezzo, spaccando con Tom alla chitarra. A metà
tournèe siamo andati a reinciderlo agli Studios 301 di Sydney
insieme a "Just like fire would", brano dei Saints, uno dei primi
gruppi punk australiani. Tom e la sua chitarra sono diventati la
mia musa e hanno portato l'intero progetto a un livello
superiore». Il disco, registrato in New Jersey, Los Angeles, Atlanta,
Australia e New York City, vede Springsteen collaborare con i
membri della storica E Street Band, con il grande chitarrista
Tom Morello e molti altri musicisti. «Alcune di queste canzoni
(American skin e Ghost of Tom Joad), le avevo già presentate dal
vivo, ho pensato che fossero tra i pezzi migliori che io abbia
scritto e meritavano una registrazione con tutti i crismi - ha
spiegato -. Anche "The wall" l'ho suonata in concerto e rimane un
brano a me molto caro. Il titolo e l'idea sono di Joe Grushecky,
ma il brano è nato dopo che io e Patti abbiamo visitato il
Vietnam Veterans Memorial a Washington: si ispira ai miei ricordi
di Walter Cichon, uno dei primi grandi rocker della costa del New
Jersey che, insieme al fratello Ray, capitanava la rock band
Motifs, fonte di ispirazione per me e per tanti giovani musicisti
in attività nella zona centrale del New Jersey negli anni
sessanta. Sebbene il mio personaggio sia un marine, Walter in
realtà era nell'esercito e risultò disperso durante le
operazioni in Vietnam nel marzo 1968. Mi manca ancora». Queste
canzoni sono diventate un disco e dimostrano coesione e curiosità
verso il nuovo, indossano le ferite del passato e la speranza che
risiede nel futuro.

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