Al Pacino gangster lo si è visto tante
volte, ma mai in pensione, acciaccato, e alla prese poi con un
overdose di viagra che lo conduce in ospedale in preda ad un
evidente priapismo visibile sotto le lenzuola. Di fatto Val
(Pacino) è uno degli "Uomini di parola" titolo del film low
budget di Fisher Stevens in sala da oggi. Ovvero uno tre ex gangster ultrasettentenni (222 anni in
tre) che non mancano però di tornare sulla piazza per
rivendicare il loro diritto ad esistere nonostante rughe e
artrosi.
Val, anzi, è l'unico che ha dimostrato con 28 anni di carcere
di saper mantenere davvero il segreto, di accusarsi di un
omicidio accidentale. Ma ora che è fuori di prigione scopre che
il suo miglior amico, Doc (Christopher Walken) che è venuto a
prenderlo dal carcere e lo ospita nella sua casa ha l'ingrato
compito di ucciderlo (quasi una citazione di Donnie Brasco:
Lefty).
In questo comedy-drama entra in scena anche Hirsch (Alan
Arkin), ormai un rudere umano alle prese con una maschera
d'ossigeno, che però viene coinvolto, anche per la sua capacità
di super-esperto driver di auto piene di cavalli, dai due ex
amici in un'ultima avventura piena di riscatto, inseguimenti e
pugni.
Scena tra le più divertenti ed emblematiche di "Uomini di
parola. Non è mai troppo tardi per sistemare le cose" (questo il
titolo per esteso) il furto in farmacia, raro a vedersi in un
gangster movie. L'esigenza nasce per la defaillance di Al Pacino
in un bordello. «Mi sono davvero immedesimato nelle amicizie della storia» ha
affermato il regista. «Mi piace il tipo di rapporto instaurato
tra questi uomini e la svolta sorprendente alla fine, e ho anche
pensato che fosse molto divertente, commovente e vero. Il nostro
scopo è stato di rendere il tutto molto reale».
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