Delirio Muse. In 35mila hanno
applaudito allo stadio Olimpico di Torino la band inglese nel
primo dei tre concerti della tournee europea, partita da
Coventry un mese fa. Le polemiche sullo sforamento del tetto
degli 80 decibel, limite definito dal regolamento del Comune
sull'inquinamento acustico, sono alle spalle. C'è spazio solo
per l'energia e gli effetti speciali garantiti dal trio
originario del Devon.
Lo spettacolo è trascinante fin dall'avvio. Un fuoco
d'artificio in mezzo al prato suona il gong, sei lingue di fuoco
si levano a ripetizione dalle sei ciminiere poste ai lati del
gigantesco palco. Matthew Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominic
Howard si presentano con oltre venti minuti di ritardo ma
incantano Torino con un riassunto della loro carriera. I grandi classici dei Muse
trascinano Torino, in un'alternanza di periodi, tematiche e
rivendicazioni. Arriva una lampada gigante con all'interno un
acrobata, ancora fuochi e led. Il saluto è con "Starlight": appuntamento a
domani sera per la replica a Torino e al 6 luglio all'Olimpico
di Roma.
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