Martedì 07 Maggio 2024

"Blowin' in the Wind" di Bob Dylan compie 50 anni

Il 27 maggio 1963 usciva negli Stati Uniti "The Freewheelin' Bob Dylan", secondo Lp di un ragazzo che si avviava a diventare il più famoso cantautore della sua epoca. Dylan aveva compiuto 22 anni tre giorni prima. Il disco si apriva con una canzone destinata a diventare ancora più famosa del suo autore, "Blowin'in The Wind". Al menestrello di Duluth e al mezzo secolo di questa canzone - che divenne simbolo del movimento per i diritti civili dopo che Dylan la eseguì davanti a Martin Luther King durante un'epocale manifestazione di protesta a Washington - è dedicato "Quante Strade", in uscita per Arcana. Come sottolinea l'autore del libro, Alberto Crespi - critico dell'Unità e uno degli autori-conduttori di Hollywood Party, programma quotidiano sul cinema di Radio3 - "Blowin'in The Wind" in realtà «non era una vera canzone di protesta: era una poesia lirica dai toni biblici, che poneva domande sul destino dell'uomo e sulle vie che deve percorrere nel suo passaggio su questa terra. Ma - sottolinea Crespi - proprio perchè le domande erano al tempo stesso così generiche e così epocali, il pezzo divenne subito l'inno del movimento, al pari di classici come We Shall Overcome». "Quante strade" analizza il significato e l'eredità di "Blowin'in The Wind" per raccontare i 50 anni di storia che ha attraversato. Un percorso nell'America degli anni '60 anche attraverso interviste inedite a Francesco De Gregori, Francesco Guccini, Furio Colombo, Mariano De Simone, Walter Veltroni, Ernesto Bassignano e Alessandro Portelli. Ma si torna anche all'Ottocento americano, da dove la canzone proviene, perchè come scrive Crespi, la melodia è la stessa di No More Auction Block, una ballata popolare sullo schiavismo che risale ai tempi della Guerra di Secessione, e che Dylan (72 primavere festeggiate il 24 maggio) ben conosceva.

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