La Sicilia torna in zona arancione, e non è una buona notizia per gli esercenti: “Significa ricadere nel limbo dell’incertezza economica e sociale”, dichiara Dario Pistorio, presidente Fipe Confcommercio Sicilia, che aggiunge: “Anche se alcuni ristoratori hanno ricevuto un po’ di ossigeno durante l’ultimo mese di zona gialla, molti altri non hanno lavorato continuamente: è il caso degli esercizi che aprivano solo per il fine settimana o solo la mattina”.
Per il dopo Pasqua, poi, non si possono fare che cattivi pronostici, in vista anche della ‘stretta rossa’ proprio nei giorni di festa. “Sappiamo bene che la Pasqua e il Natale - continua il presidente Fipe - sono tra i momenti di guadagno più importanti per i ristoratori, e queste restrizioni, pur pensate per tutelare i nostri concittadini, finiranno per pesare sui bilanci delle attività del settore. Dopo Pasqua non sappiamo quanti esercizi riusciranno a stare aperti, e a giugno quante aziende avranno subito lo sfratto e dovranno andare via”.
Il malcontento della categoria però ha a che fare anche con altri due aspetti che interessano la ristorazione. In primis la mancanza di indennizzi: “Non abbiamo, ad oggi, ancora ricevuto ristori - ribadisce il presidente Fipe - e non è neanche chiaro con che criterio verranno in futuro assegnati. Secondo il piano previsto da Conte? In base, come si vocifera, a un calcolo empirico che finirà per portare nelle tasche degli esercenti meno di quello che si aspettavano?” E, poi, “il problema del Rt”, con le parole di Pistorio.
“Abbiamo un Rt basso - dice - quasi come quello della Sardegna. La Sardegna però è in zona bianca e noi da oggi passiamo a quella arancione. Il governo Siciliano dice questa decisione non proviene dalla politica regionale, non capisco perché, allora, non abbiamo piantato i pugni dicendo come stanno veramente le cose - e aggiunge - come presidente Fipe regionale ho scritto una lettera accorata al presidente del Consiglio Dott. Mario Draghi, affinché ripensi alla sua decisione e riporti la Sicilia in zona gialla, pur mantenendo la chiusura nei giorni di Pasqua. Solo così possiamo superare questo momento economico terribile per le nostre attività”.
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