Insularità, una tassa occulta per i siciliani. Armao: "Come una pandemia per vent'anni"
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A causa della condizione di insularità, negli ultimi vent'anni, ogni singolo residente in Sicilia (neonati compresi) avrebbe pagato una sorta di tassa occulta quantificabile, annualmente, in 1.308 euro. A rivelarlo è uno studio - "Stima dei costi dell'insularità per la Sicilia" - condotto dal governo Musumeci attraverso il nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della Regione siciliana e il Servizio statistica e analisi economica dell'assessorato all'Economia, con il supporto dell'Istituto di ricerca Prometeia. Il documento è stato presentato stamani dal vicepresidente della Regione e assessore all'economia Gaetano Armao. Un costo che si traduce in circa sei miliardi e 540 milioni di euro (pari al 7,4 per cento del Pil regionale) ogni dodici mesi. Tenendo, invece, in considerazione i costi dei trasporti e le conseguenze sugli operatori economici e i vari settori di attività, la stima dell'impatto della riduzione dei prezzi sul Pil risulterebbe pari al 6,8 per cento: il risultato è che l'Isola è gravata di una penalità quantificabile in sei miliardi di euro all'anno. "Questo studio - ha spiegato Armao - ci consente di introdurne i risultati nel negoziato con il Governo centrale perché tale costo occulto, che i siciliani pagano per la condizione di insularità, deve essere considerato nelle relazioni finanziarie tra Stato e Regioni, così come richiede la Corte Costituzionale. Sei miliardi e mezzo di euro annui rappresentano un peso assai rilevante: è come se l'economia siciliana negli ultimi venti anni avesse subito un peso analogo a quello portato dalla pandemia. Lo svantaggio patito da famiglie e imprese dovrà trovare immediatamente considerazione e compensazione da parte dello Stato, anche consentendo l'utilizzo della fiscalità' di sviluppo per attrarre investimenti e favorire le nostre imprese". Gli effetti dell'insularità sulla Sicilia sono stati stimati attraverso due differenti approcci metodologici: il modello econometrico definito dall'Istituto Bruno Leoni e il modello multisettoriale della Regione. Si è tenuto conto di svariati fattori che spaziano dalla dotazione infrastrutturale ai costi di trasporto.