Se da una parte i ristoratori tramite la Fipe hanno lanciato l’allarme sulla ricerca di personale da inserire nei loro organici lamentando la poca richiesta a causa del reddito di cittadinanza, dall’altra parte molti lavoratori accusano titolari e proprietari di ristoranti e alberghi di non offrire dei contratti adeguati.
Sulla questione è intervenuta anche una sindacalista che vuole precisare alcuni aspetti: “Se un ristoratore o azienda ritiene di dover sfruttare il bisogno della gente - dice Mimma Calabrò - facendo fare 12 ore di lavoro e pagando 600 euro, è chiaro che un lavoratore preferisce starsene a casa e prendere il reddito di cittadinanza. Ognuno vorrebbe un lavoro dignitoso, ognuno vorrebbe un lavoro, ma se l’offerta non rispetta il contratto nazionale e’ ovvio che una persona si fa due conti e dice che non conviene. Vi posso però dire che i lavoratori stagionali stanno soffrendo moltissimo anche perché spesso gli viene chiesto di lavorare il triplo rispetto a quello che dovrebbero fare”.
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