Protestano a Palermo gli addetti delle aziende di outsourcing per lo sciopero regionale dei call-center, indetto dalle segreterie regionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc, per chiedere «norme più stringenti per la regolamentazione del settore, il rispetto delle tariffe e contro le delocalizzazioni selvagge».
A colpi di fischietto e scandendo slogan come «il lavoro non si tocca», al concentramento in piazza Croci hanno partecipato alcune centinaia di operatori delle principali aziende che operano nell’Isola: tra queste Almaviva, Abramo, Exprivia e Comdata.
Ad aprire il corteo, che si snoda lungo la via Libertà diretto in Prefettura, numerosi cartelli e striscioni con le scritte «regole certe per i lavoratori, dignità per chi lavora», «più lavoro più diritti», «Sky accende la tecnologia e spegne i lavoratori», che sintetizzano il malessere di un comparto vicino al collasso.
«Chiediamo delle politiche certe contro le delocalizzazioni. Il lavoro c'è ma il problema è che va all'estero. Il lavoro deve tornare in Italia. A Palermo nessuno può permettersi di perdere il proprio posto di lavoro», dice nell'intervista Pietro Romano RSU Uilcom Almaviva Palermo.
«Una terra come la Sicilia non si può permettere di perdere nel giro di pochi 20 mila lavoratori, impiegati nei call center», sottolinea Emiliano Cammarata RSU AlmavivA Slc-Cgil.
Nel video le interviste a (in ordine): Pietro Romano RSU Uilcom Almaviva Palermo, Pietro Marchesini segretario regionale UGL, Emiliano Cammarata RSU AlmavivA Slc-Cgil, Eliana Puma segreteria regionale fistel CISL Sicilia.
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