PALERMO. «Una trasformazione radicale e innovativa della rete ospedaliera nella nostra Regione che allinea la Sicilia al decreto Balduzzi e al decreto ministeriale del 2015». Così l’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi, parlando in conferenza stampa a Palermo della nuova rete ospedaliera dell’isola, che ieri ha avuto il via libera dalla commissione Sanità dell’Ars e che il 4 aprile passerà all’esame del ministero, mentre domani l’assessorato emanerà il decreto. «E' una rete costruita sulla rete dell’emergenza urgenza, dunque sulle reti tempo-dipendenti - ha sottolineato -: questo significa che ciascun cittadino, in qualunque parte della nostra regione, avrà diritto alla cura e alla salute, e non ci saranno più privilegi per i cittadini che vivono nelle aree metropolitane». Stando al nuovo piano, sono previsti 18.051 posti letto, così ripartiti: 13.044 nelle strutture pubbliche (72%) e 5.007 nelle strutture private (28%). Ma il piano prevede che i «super ospedali» passino da otto a sette e dalla lista sparisce Villa Sofia Cervello di Palermo. Vengono tagliate 215 unità operative complesse con i relativi primari. «In Sicilia nessun ospedale sarà chiuso, ma potenziato - ha assicurato -. Mancano ancora reti importanti, come quella oncologica, della neuroriabilitazione e della riabilitazione, la rete tempo-dipendente e quella delle emorragie gastrointestinali». «La nostra rete si trasforma e si potenzia, soprattutto nei settori oncologici, di chirurgia vascolare e delle malattie infettive», ha aggiunto Gucciardi. «Non è una questione legata agli standard ospedalieri, ma alla veterinaria, dove ci sono stati non pochi problemi, in particolare nell’area della provincia di Messina, e stiamo intervenendo in maniera durissima all’abbassamento del livello degli screening e al crollo delle vaccinazioni». Così l’assessore regionale alla Salute della Sicilia, Baldo Gucciardi, a margine di una conferenza stampa a Palermo, replica alle dichiarazioni del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che proprio oggi ha affermato che in Sicilia e altre quattro regioni italiane i piani di rientro nella sanità «hanno migliorato i conti, ma non il livello delle cure». «Tutto questo ha determinato, secondo i criteri di calcolo del ministero - ha aggiunto Gucciardi - un abbassamento del punteggio, che non inficia i livelli di assistenza ospedaliera e gli altri livelli di assistenza. E’ un problema legato a veterinaria, screening e vaccinazioni».