PALERMO. "La Sicilia deve diventare una Regione 'normale' e può farlo solo con la denuncia, con un'azione coordinata di tutti". L'ha detto Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, intervenendo stamani all'incontro organizzato da Coldiretti Donne Impresa Sicilia sulla nuova legge che contrasta il caporalato.
Ai lavori hanno partecipato anche le responsabili nazionale e regionale Coldiretti, Lorella Ansaloni e Tina Alfieri, Romano Magrini, capo area Gestione del personale della Confederazione (nell'intervista). La situazione gravissima che vivono molte donne in campagna è stata infine illustrata dal Comandante della compagnia Carabinieri di Monreale, Guido Volpe.
"E' stato importante riportare al centro dell'attenzione il problema del caporalato - ha detto Magrini -. Dispiace che questo sia successo dopo la morte di una donna. Proprio per questo non bisogna sottovalutare il fenomeno che ha confini poco distinti".
"La legge sul caporalato è entrata in vigore a novembre, quindi sono i primi mesi di applicazione - ha aggiunto - e quindi gli effetti ancora non li possiamo vedere. Si vedrà qualcosa fra un anno e si verificheranno i risultati. la legge amplia molto i confini delle accuse di caporalato".
Il disegno di legge contro il cosiddetto caporalato, tra le altre cose, contiene specifiche misure per i lavoratori stagionali in agricoltura ed estende responsabilità e sanzioni per i "caporali" e gli imprenditori che fanno ricorso alla loro intermediazione. La nuova legge riscrive il reato semplificandolo e liberandolo da alcune specifiche che prima ne complicavano l'individuazione: introduce cioè una fattispecie-base che prescinde da comportamenti violenti, minacciosi o intimidatori prima previsti e trasforma il caporalato caratterizzato dall'utilizzo di violenza o minaccia in un sottogenere della fattispecie base. Inoltre, introduce la sanzionabilità anche del datore di lavoro e non solo dell'intermediario, prevede l'applicazione di un'attenuante in caso di collaborazione con le autorità, l'arresto obbligatorio in flagranza di reato, la confisca dei beni, in alcuni casi.
immagini di Marcella Chirchio
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