PALERMO. La mancanza di fondi che potrebbe portare alla chiusura delle riserve siciliane, è legata al mancato arrivo in Sicilia dei 500 milioni attesi dal governo nazionale. Lo ha detto l'assessore all'Ambiente della Regione siciliana, Maurizio Croce, che ha incontrato le associazioni ambientaliste per una riunione urgente con lo scopo di affrontare la questione della sospensione delle attività in 21 riserve naturali a partire dal 16 aprile. A intimate lo stop, per mancanza di fondi, è stato il dirigente del dipartimento Ambiente della Regione, Maurizio Pirillo, con una nota trasmessa ai gestori delle aree. Adesso però, potrebbe arrivare una proroga che scongiuri la chiusura nei prossimi giorni.
Sono 21 le riserve che già da sabato prossimo resteranno inaccessibili: Grotta Conza, Grotta di Entella, Monte Conca, Grotta dei Puntali, Grotta di Molara, Macalube di Aragona, Isola di Lampedusa, Grotta di Carburangeli, Grotta di Santa Ninfa, Lago Sfondato, Sant’Angelo Muxaro, Isola delle Femmine, Biviere di Gela, Saline di Priolo, Monte Pellegrino, Saline di Trapani e Paceco, Torre Salsa, Capo Rama, Lago Preola e Gorghi Tondi, Isola Bella, Complesso Immacolatelle e Micio Conti.
Il problema è che nell’ultima manovra economica approvata all’Ars il capitolo di bilancio destinato a finanziare le riserve (e dunque gli enti gestori e il loro personale) è stato più che dimezzato. Nei cassetti c’erano a inizio anno appena 859 mila euro che, secondo i calcoli delle stesse associazioni che gestiscono le riserve, basteranno a pagare gli stipendi fino a fine aprile. Da qui l’invito della Regione a fermare le attività a meno che le associazioni che gestiscono le riserve non abbiano in cassa altre risorse per andare avanti almeno fino a giugno.
Immagini di Marco Gullà
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