PALERMO. Scatta la protesta di Sviluppo Italia Sicilia e la conseguenza più grave è che si blocca l’accreditamento degli enti di formazione, cioè quel procedimento che consente agli enti di ottenere finanziamenti regionali. Questo improvviso stop congela l'iter atteso dagli ottomila lavoratori del settore che sperano nell’avvio dei nuovi corsi per essere riassorbiti dagli enti dal momento che molti di loro da mesi non percepiscono stipendio o ammortizzatore sociale. Al momento sono arrivate oltre mille richieste degli enti di accedere al fondo da 167 milioni per far partire i nuovi corsi. Tutto da oggi si ferma. Ma i 76 dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia non vogliono sentire ragioni e sono sul piede di guerra. Sostengono che nonostante una direttiva del presidente della Regione, Rosario Crocetta, i dipartimenti non hanno più affidato commesse a questa società aggravandone la situazione finanziaria. "Da otto mesi non percepiamo lo stipendio" dicono. Se la società chiuderà il bilancio del 2015 in rosso, sarà liquidata. “Chiediamo la tutela dei posti di lavoro – dicono i sindacati First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil – svolgiamo attività strategiche a un costo inferiore di altre strutture esterne cui si potrebbe rivolgere l’amministrazione”. I dipendenti attaccano anche il Cda della società colpevole, a loro avviso, di non avere preso posizione in questa vicenda. E puntano il dito contro l’assessorato al Lavoro che nei mesi scorsi ha affidato una commessa da cinque milioni ad altri enti “violando le indicazioni di una delibera di giunta che affidava quel progetto a Sviluppo Sicilia”. Per questo motivo hanno presentato ricorso al Tar: se il tribunale accoglierà le loro ragioni, si bloccherà pure un bando da cinquanta milioni per erogare prestiti agevolato a giovani disoccupati che vogliono aprire un’impresa. Immagini di Marco Gullà.