NONANTOLA (MODENA). «Non me ne frega niente della precisione, non l’ho mai cercata, perché la musica per me è un’altra cosa».
A raccontare è la voce di Francesco De Gregori, al Vox Club di Nonantola, da poco terminata la prima data del nuovo tour pensato esclusivamente per i club.
L'aveva annunciato qualche giorno fa attraverso i social, il cantautore, che per lui un concerto non è un evento da lustrini e paillettes, una prova di forza a chi ha il palco più grande o a chi ripropone per primo le immagini del live in televisione. Detto e fatto, il 'Principe' ha confermato un modus operandi che la musica te la può presentare anche in versione 'semplicè con un live faccia a faccia con il pubblico e un set di canzoni senza una batteria a scandirne il ritmo, per una scaletta di una ventina di brani, scelti anche tra quelle meno eseguiti dal vivo.
«La scelta dei brani è stata una dura lotta con me stesso - ha spiegato de Gregori, in versione semplificata anche esteticamente, senza giacca, cappello e con una barba appena accennata - perché ho voluto scegliere anche quelle 'sconosciutè che ancora mi divertissi a fare dal vivo. Ce ne sarebbero state altre dieci ma il concerto sarebbe diventato troppo lungo».
Chitarra acustica, chitarra elettrica e slide, basso e contrabbasso, oltre al pianoforte e l’unica concessione ad una percussione ottenuta con le bacchette di una batteria su 'Buonanotte fiorellino', è il set con il quale la voce di 'Numeri da scaricare' (in apertura), 'Buenos Aires' e le altre in scaletta come 'Due zingari' ("la suonavo in concerto con Dalla perché a lui piaceva molto"), ha deciso di raccontarsi questa volta dal vivo, in versione non scarna ma molto diretta e semplificata.
«Non è la prima volta che faccio i club - ci ha tenuto a dire De Gregori - quindi non penso si tratti di una fase specifica di una carriera. Più semplicemente, molti artisti amano anche i posti piccoli per il rapporto particolare che si crea con il pubblico, più diretto. Mi piace suonare e cambiare sempre le carte in tavola e vivo in modo incondizionato la libertà di questo mestiere. Poi non so, se facendolo, sono più intelligente oppure sono più scemo. E’ una dimensione che ad un certo punto si può aver voglia di vivere e del resto anche Bruce Springsteen, proprio in queste sere sta, suonando a ripetizione in un teatro da poche centinaia di posti a Broadway».
A chiudere il concerto, poi, anche una sorpresa: sul palco è salita la moglie di De Gregori, Alessandra Gobbi, con la quale il cantautore ha duettato in napoletano sulle note di 'Anima e core'.
«E' capitato per caso - ha raccontato lui - e l’idea ci è venuta dopo una serata a cena a Napoli. Chicca (la moglie, ndr) canterà con me anche in altre date del tour». Se per il momento nelle dita e nella voce di De Gregori non sono in cantiere canzoni nuove ("non ne ho scritte e anche se a casa ho il pianoforte aperto, per il momento me ne tengo alla larga. E' normale nella carriera di un artista"), il nuovo tour nei club prenderà anche la strada dell’estero, da Monaco a Londra, passando anche per il Bataclan di Parigi tra qualche sera, il 20 ottobre.
«Al Bataclan andrò a suonare come ho suonato questa sera al Vox - ha spiegato De Gregori - perché quello è un luogo dove fare musica. Cercherò la normalità anche in un posto che ha vissuto una tragedia terribile, proprio perché è questo che il terrorismo vorrebbe impedirci di fare». La chiusura della carrellata di concerti è invece fissata per il 7 novembre alla Town Hall di New York. «Un giorno molto lontano - ha detto il cantautore - quando smetterò di fare questo lavoro, potrò dire di aver suonato anche lì».
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