ROMA. Un supereroe 'tribale', brillante capobanda di strada, riluttante ad accettare il potere e le responsabilità a cui è destinato ma con il carisma di una rockstar. E’ la nuova visione di Artù, nell’interpretazione di Charlie Hunnam, offerta da Guy Ritchie nel fantasy/war movie/action King Arthur - il potere della spada, che rilegge e reinventa il personaggio chiave dei miti della Materia di Britannia (chiamato anche ciclo Bretone, o ciclo arturiano), per un pubblico sempre più abituato alle storie delle origini dei supereroi. Il blockbuster da oltre 100 milioni di dollari, è costruito a suon di maestose ambientazioni, spruzzate di humour ed effetti speciali a pioggia, inclusi giganteschi rettili e pachidermi da guerra alti come grattacieli. Tra i punti di forza ci sono le interpretazioni, da Jude Law che dona all’ambiguo e assetato di potere Vortigern, toni shakespeariani, ad Astrid Bergès-Frisbey, ipnotica e autorevole nei panni di Maga, che al posto di Merlino, diventa guida spirituale di Artù. Nel cast, fra gli altri, anche Eric Bana, Djimon Hounsou, Aiden Gillan e in un cameo David Beckham. Ritchie ama rivoluzionare figure iconiche: lo ha fatto con Sherlock Holmes e c'è da aspettarsi andrà sulla stessa strada anche per Aladdin, nella versione live action che dirigerà per Disney. L’idea di un film su Artù la nutre da decenni, essendo anche un grande fan del film simbolo sulla saga, Excalibur di John Boorman (1981), che in fase di preparazione della sua versione ha rivisto almeno 40 volte. «Ho amato l’istinto di Guy nel rendere la storia leggermente più 'carognesca' - ha spiegato nella conferenza stampa a New York, Charlie Hunnam, che per il ruolo ha dovuto allenarsi duramente e mettere su 10 kg di muscoli in più -. Come dice Guy, abbiamo sempre visto la versione di un uomo nobile che si imbarca nel nobile tentativo di diventare un nobile re. Noi abbiamo semplicemente pensato 'facciamo l’opposto». Il film, scandito dalla splendida colonna sonora, che richiama una danza tribale di guerra, firmata da Daniel Pemberton, parte dalla vittoria di re Uther (Bana), padre di Artù, sul mago reietto che tenta un assalto a Camelot, Mordred (Rob Knighton). Il regno sembra salvo, ma il fratello minore di Uther, Vortigern (Law, che nelle prime immagini vediamo ringiovanito digitalmente), è pronto prendersi con la forza e la magia il potere, grazie all’aiuto di Sirene polipesche. Il piccolo Artù tuttavia riesce a salvarsi: cresciuto da alcune prostitute in un bordello di Londinium, diventa un abile e spregiudicato capobanda sempre pronto a difendere le sue 'mammè adottive. Intanto Vortigern, che regna da dittatore (con tanto di saluto simil-nazista con le fedeli truppe, le Maschere nere), è sempre più tormentato dalla profezia, alimentata dalla Resistenza, del ritorno del 'vero re', cioè colui, che sarà in grado di estrarre dalla roccia la spada di Uther, Excalibur. Dopo l’ennesima bravata, Artù scopre il suo destino, che però non è pronto ad accettare. Lo aiuteranno a 'cambiare pellè (ma non troppo) l’ex consigliere Uther, Bedivere (Hounsou) e Maga, che gli fa affrontare i suoi incubi. Al suo fianco anche i vecchi compagni di banda. Per Ritchie, che è anche cosceneggiatore e coproduttore l'obiettivo principale era «rendere la storia 'frescà e avvicinarla al pubblico di oggi - ha spiegato -. Re Artù è un bravo ragazzo e io ho sempre avuto problemi con quelli, perché non sono interessanti. Così l’abbiamo reso meno 'bravo' e gli abbiamo costruito un percorso in cui trascende se stesso e supera i propri limiti».