ROMA. «Quelli del mio film sono bambini normali che vivono un pò la mia stessa situazione alla loro età. Anche io mi sentivo normale da bambino, anche se mi piacevano i mostri, adoravo i mostri». Tim Burton, artista geniale a tutto tondo e visionario per natura, così racconta oggi a Roma i personaggi di 'Miss Peregrine - La Casa dei Ragazzi Specialì, in sala dal 15 dicembre in 300 copie distribuite dalla Fox. L'autore di un capolavoro come 'Big Fish' questa volta si misura con il romanzo di Ransom Riggs, La Casa dei ragazzi speciali di Miss Peregrine (edito da Rizzoli), che sembra scritto per lui e con un cast all star: Eva Green, Asa Butterfield, Samuel L. Jackson, Alison Jenney, Chris ÒDowd, Terence Stamp, Judi Dench e Rupert Everett. E questo per raccontare una storia young-adult in cui si mescolano horror, fantasy, gotico, eterno ritorno, persecuzione, redenzione, il tutto innescato dalla potenza visionaria di alcune foto in bianco e nero. La trama del film, come il romanzo, segue le vicende di un ragazzino, Jake (Butterfield), che dopo la morte del nonno Abraham (Stamp) viene portato su un'isola dove deve aiutare un gruppo di orfani dotati di poteri speciali (dalla invisibilità alla superforza fino alla capacità di volare) e protetti dalla dark lady Miss Peregrine (Green). Loro nemici, creature che vogliono distruggerli. «Quando ho visto il libro con le sue fotografie piene di mistero che raccontano tanto, ma non tutto, mi ha ricordato la mia infanzia e ne sono stato subito conquistato» dice Tim Burton. Quanto alla scelta del cast, sottolinea il regista, «ho cercato dei bambini che avessero qualcosa di peculiare, che, proprio come me quando avevo la loro età, si sentissero fuori luogo, che mostrassero uno spaesamento, un 'che ci faccio qui?'. Per Eva Green è stato diverso: è un'attrice completa, sa essere drammatica, ma anche divertente e buffa e poi sembra perfetta per trasformarsi in un uccello (una delle virtù di Miss Peregrine, ndr)». Questa storia di emarginati, di bambini dotati di poteri, non è un'allegoria di nulla di particolare, «anche se sono contro tutte le discriminazioni, le etichette, una cosa oggi compromessa ancora di più dai social», dice Burton. Per il regista-sceneggiatore-scrittore e disegnatore Usa, nato a Burbank il 25 agosto del 1958, essere bambini ha comunque sempre qualcosa di magico: «Basta vedere la magia dei loro disegni. Poi, purtroppo, è una cosa che si perde quasi sempre con l'età, anche se questo non vale per gli artisti come Matisse. A volte penso che vorrei vedere il cielo come lo guardavo da bambino». I mostri oggi? «Basta accendere i tg per vederli, la realtà è sempre più fantastica di ogni fantasia». I mostri preferiti di Burton sono «quelli giapponesi, ma quando mi si accusa di questa passione, penso: ma guardate quello che ha fatto Mario Bava»