MILANO. Un nuovo inizio ma anche un modo di tornare a vivere la musica come ai tempi degli esordi: per Tiziano Ferro 'Il mestiere della vita', disco in uscita oggi dopo un lavoro di due anni e presentato a Milano, traccia una linea fra passato e presente. Lo dimostrano importanti novità produttive come le numerose collaborazioni in sede di scrittura, o un duetto di lusso con Carmen Consoli ne 'Il conforto': «La mia cantante preferita da sempre, per il suo canto meraviglioso ma istintivo è la vera erede di Mina: quando abbiamo scritto insieme nel 2010 ho scoperto una persona molto simile a me, e l'ho voluta con me nel capitolo più importante di questo racconto, una canzone che evita i manierismi dei duetti, più contenuto che apparenza». Un duetto è invece saltato in 'Epic', scritta con Baby K: «Avevo pensato ad alcuni artisti per la parte in inglese, come Chris Brown, ma il giorno in cui avremmo voluto contattarlo fu arrestato!». Eppure Ferro spiega di aver riguardato anche ai suoi esordi, come dimostra proprio un altro duetto come 'My Steelo' con Tormento, con il quale andò in tour a 19 anni: «Ho scritto l'album senza fretta per capire se quello che stavo facendo mi divertiva ancora come quando avevo 16 anni: mi ricorda i primi due dischi, ma con più aggressività e anche un po' di cazzeggio». Un senso di ripartenza che ha implicato anche una voglia di chiarezza lirica, con testi scritti quasi sempre prima della musica: «L'unica responsabilità che sento è non aver paura di esporre la mia ricerca personale e mettere tutto in discussione, cosa che all'inizio mi ha fatto scrivere in difesa: invece qui non mi nascondo, è il primo disco fatto amando e abbracciando questo processo. Quando ho provato a edulcorare il messaggio non ha mai funzionato: a volte i salti nel buio sono meglio delle scelte a tavolino». Coraggioso è anche il feeling elettronico deciso ma non invasivo costruito tra pop e R&B con il fedele produttore Michele Canova Iorfida: «A questo punto della mia carriera penso di potermi permettere un disco che ogni tanto si contraddice: se tra un beat e l'altro parte una ballata piano e voce non muore nessuno. Ma non nascondo che alcune persone che lavorano con me si sono un po' spaventate». La copertina del fotografo Robert Ascroft richiama il nuovo amore per Los Angeles dell'artista («Un luogo dove tutti hanno voglia di fare più che di parlare, per questo ci ho comprato casa»), ma racconta anche una storia: «C'è un uomo che sembra stia attraversando la strada per andare al lavoro, e il suo lavoro è vivere, presentarsi al mondo ed esporlo agli altri: questo è il mestiere della vita, e questa è la mia copertina preferita». Una vita che compare tra le righe di 'Casa è vuota' («Scritta dopo una separazione importante, ma senza rancore») o del primo singolo 'Potremmo ritornare': «Non parlo di un ritorno di coppia, cosa in cui non credo, ma penso a una donna che non ho più accanto e della complessità delle scelte, come fosse un seguito di 'Alla mia età». E mentre i biglietti del nuovo tour negli stadi vanno a ruba (oltre 200mila già venduti) tanto da aprire una nuova data romana il 30 giugno all'Olimpico, Ferro pensa al suo nuovo show: «Il concerto deve essere a servizio dei fan: non ridurrò i classici a piccoli medley, sarebbe da autolesionisti!».