ROMA. È Fuocoammare di Gianfranco Rosi il film italiano candidato all'Oscar per il miglior film in lingua non inglese.Il film è stato girato a Lampedusa, sul confine più simbolico d'Europa raccontando i destini di chi sull'isola ci abita da sempre, i lampedusani, e chi ci arriva per andare altrove, i migranti. Fuocoammare è stato scelto dalla commissione di selezione, riunita presso la sede dell'Anica, tra sette film iscritti per la candidatura italiana all'Oscar per il miglior film in lingua non inglese. Oltre al film di Gianfranco Rosi erano in lizza: Gli ultimi saranno gli ultimi di Massimiliano Bruno, Indivisibili di Edoardo De Angelis, Lo chiamavano Jeeg Robot, di Gabriele Mainetti; Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese; Pericle il nero di Stefano Mordini; Suburra di Stefano Sollima. Fuocoammare, film documentario che racconta con immagini molto forti la vita quotidiana a Lampedusa tra normalità e dramma con gli sbarchi dei migranti, ha vinto anche l'Orso d'Oro al Festival di Berlino 2016. La cerimonia di consegna degli Oscar si terrà a Los Angeles domenica 26 febbraio 2017. La Commissione di selezione era composta da Nicola Borrelli, Direttore Generale Cinema del Mibact; Tilde Corsi e Roberto Sessa, produttori; Osvaldo De Santis e Francesco Melzi d'Eril, distributori; Piera Detassis e Enrico Magrelli, giornalisti; il regista Paolo Sorrentino e Sandro Veronesi, scrittore. La pellicola ha già vinto l'Orso d'oro al Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Le immagini di Lampedusa, a Berlino, nel Paese che ha accolto un milione di profughi nel 2015, hanno turbato e commosso. E il regista del film documentario dedica l'Orso alle vittime: «Il mio pensiero stasera va a tutti coloro che a Lampedusa non sono mai arrivati nel loro viaggio della speranza ? esordisce ? e alla gente di Lampedusa, che da venti, trenta anni apre il suo cuore a chi arriva». «È inaccettabile ? aggiunge che la gente muoia a mare, mentre cerca di superare le frontiere». C'è un messaggio nell'isola che tutti devono fare proprio: «Quando chiesi al dottore come mai Lampedusa fosse così generosa ? racconta Rosi - lui mi rispose: perchè siamo una terra di pescatori, e i pescatori accolgono quello che viene dal mare. Dovremmo imparare tutti a essere un pò più pescatori». Fuocoammare va oltre le evidenze di un mero notiziario televisivo, oltre l’orrore e le immagini delle centinaia di corpi senza vita, di fotogrammi che non lasciano spazio alla fantasia. Il film affronta, con delicatezza, i piccoli-grandi problemi di Samuele, un bambino di 12 anni. La realtà si divide ed è qui lato straordinario dell’opera: da un lato la vita tranquilla e inconsapevole di Samuele, una metafora di una Europa infantile, miope, con evidenti difficoltà a osservare la realtà; dall’altro, attorno a quella stessa isola, un immenso dramma umano che deve essere fermato.