ROMA. Vetro e acqua stanno bene insieme ma difficilmente vengono associati alla musica. Ci prova un originale concerto (venerdì prossimo al Blueside di Perugia) del quartetto di percussioni Tetrakis. La particolarità dell'evento che si intitola «Musica di vetro, musica liquida» è l'uso esclusivamente di strumenti a percussione sostenibili, cioè realizzati con prodotti di scarto dei laboratori di chimica. Il concerto è patrocinato da Arpa.
Con le musiche ci saranno anche le narrazioni di Michele Sbaragli. Gli organizzatori spiegano che il progetto «nasce dalla decontestualizzazione di materie prime desuete e sfridi di lavorazione in vetro borosilicato destinati in passato alla chimica industriale». La trasparenza e la purezza, anche timbrica, del vetro, materia nobile per eccellenza, in effetti possono offrire ai quattro musicisti di Tetrakis opportunità inedite coniugate ad una visione ecocompatibile della musica. Lo stesso può accadere con l'uso dell'acqua, che riconduce ai suoni primordiali della natura.
In materia esistono rari ma interessanti precedenti, come la settecentesca glass harmonica per la quale addirittura Mozart compose un magnifico Adagio, ed il lavoro dell'ensemble brasiliano Uakti, lanciato da Philip Glass, che ha utilizzato strumenti e materiali naturali, tra i quali contenitori di vetro e acqua. Con questi riuscì a suonare perfino il Bolero di Ravel. Tetrakis ha in questo campo quindici anni di esperienza, coniugando la musica contemporanea di estrazione classica con i linguaggi del jazz e della musica popolare e prestando molta attenzione ad espandere il proprio parco di strumenti.
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