Sequestro sigarette di contrabbando, "Poche organizzazioni possono investire per comprare questi quantitativi"
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“L’equipaggio del peschereccio tunisino ha cercato non soltanto di scappare, ma anche di ostacolare l’attività dei finanzieri sulle unità navali che cercavano di fermarlo". Lo ha spiegato in una intervista ai microfoni di Gds.it il comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Palermo, Cosmo Virgilio, precisando come siano avvenute le operazioni che hanno portato al sequestro delle 610 casse di sigarette di contrabbando a largo di Mazara del Vallo. “I marinai a bordo hanno gettato gli scatolini con le sigarette bruciati in acqua. Hanno anche fatto manovre spericolate per ostacolare la guardia di finanza. I marittimi a bordo hanno anche tentato di affondare lo stesso natante una volta che i finanzieri sono riusciti a salire a bordo. Alla fine sono state sequestrate sei tonnellate e mezzo di sigarette e arrestati cinque membri tunisini dell’equipaggio. Per la guardia di finanza è una conferma che il Canale di Sicilia è un crocevia di traffici illeciti. Un crocevia di migranti e droga, ma anche sigarette di marca del circuito internazionale che hanno un grande mercato in Italia e in Europa- ha proseguito Virgilio - Noi stiamo rilevando interessi sempre più forti da parte dei gruppi criminali su questo tipo di traffici. Il quantitativo sequestrato oggi richiede un investimento finanziario notevole. Parliamo di 700 mila euro di costo iniziale per un ritorno di tipo economico di oltre un milione e mezzo con la vendita al dettaglio. Noi ci stiamo concentrando su questo perché solo poche organizzazioni criminali riescono a mettere in piedi una struttura logistica ed economica organizzativa e di tipo finanziario per gestire e lucrare da questi traffici”. Video di Marco Gullà