Venerdì 15 Novembre 2024

Naufragio della Costa Concordia, Schettino si difende in un video sul web

GROSSETO. L’ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, condannato a 16 anni per il naufragio all’Isola del Giglio del 13 gennaio 2012, affida la sua difesa ad un video di 17 minuti su Youtube, che pubblichiamo, nel quale nega di aver abbandonato la nave se non per aver cercato di disincagliare l’ultima scialuppa sulla quale si stava abbattendo la 'Concordia'. Schettino dice anche di essere rimasto sulla scogliera a coordinare i soccorsi, così come erano le indicazioni del comando generale delle capitanerie di porto di Roma. Quanto alla famosa telefonata del comandante Gregorio De Falco in cui gli ordinava di risalire a bordo, la 'biscagginà indicata dall’ufficiale non sarebbe stata agibile perchè era già sott'acqua. «E' falso che io abbia abbandonato la nave», «Sono in grado di provare quel che dico», afferma Schettino che è in attesa del pronunciamento della Cassazione. «Quando ho capito che la nave stava per rovesciarsi e abbattersi sull'ultima scialuppa che era rimasta incastrata - dice Schettino nel video che contiene foto, spezzoni filmati e testimonianze di alcuni passeggeri - sono saltato sulla scialuppa per salvarne gli occupanti». Poi il comandante racconta di essere rimasto sulla scogliera a coordinare i soccorsi, contattando la capitaneria di porto per indicare alle motovedette di portarsi nel tratto di mare tra la nave e la scogliera. Nel video c'è anche l’audio di una telefonata tra Schettino ed il tenente di vascello Vincenzo Manna del comando delle capitanerie a Roma. Nella conversazione l’ufficiale, dice Schettino, «mi disse di restare sulla scogliera perché ero il loro punto di riferimento visivo e mi disse di conservare la batteria del cellulare». «De Falco - spiega Schettino - doveva sapere che la nave era ribaltata e che la biscaggina era sott'acqua e quando mi ordina di risalire a bordo, alle una e 46, ignora le informazioni che gli avevo dato, quelle del comando generale e pure della motovedetta sul posto che lui stesso aveva nominato coordinatrice dei soccorsi».

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