PALERMO. "Chiediamo un'interlocuzione con la Regione che finora è mancata, le persone con disabilità hanno pari diritti e invece la Sicilia non ha ancora ratificato l'articolo 26 della convenzione Onu che li riconosce". E' l'appello lanciato da Anfass Sicilia, associazione famiglie persone con disabilità rappresentata dal presidente regionale Giuseppe Giardina e da quello di Palermo, Antonio Costanza, intervenuti allo Iemest all'incontro su "Incontinenza, codice degli appalti e qualità della vita".
A incidere sui bilanci sanitari sono le voci di spesa, come hanno fatto notare i relatori, 362 milioni l'anno in Italia è infatti l'importo speso per i pannoloni, 71 milioni quello per i cateteri. "Ma sulla qualità degli ausili di assorbenza le aziende non devono più garantire standard minimi, per cui a parità di prezzo si può comprare un prodotto più scadente", ha detto Francesco Diomede, presidente Fincopp, una delle federazioni che ha organizzato l'iniziativa.
"Non si può vincolare un diritto a un bilancio", ha aggiunto Costanza, a nome di una rete di famiglie che, a Palermo riunisce 100 persone, 1000 in Sicilia. "L'autodeterminazione del sistema sanitario diventa un problema - ha aggiunto Giardina - soprattutto per le fragilità di queste persone, per le quali, spesso è necessario far intervenire la magistratura per applicare un diritto già sancito dalla legge".
E' stato il caso di un minore disabile a Ragusa con la necessità di assistenza per il cambio di un catetere durante gli orari scolastici, dall'Asp la risposta è stata quella di rivolgersi al bidello, una decisione contro la quale ha fatto ricorso la famiglia tramite l'avvocato Antonio Santagati , vincendo.
"Parliamo di una patologia che colpisce 5 milioni di persone in Italia, di cui 3 donne, ma i soggetti sono disabili, malati oncologici, tossicodipendenti che ne soffrono per via dei farmaci assunti al Sert" , spiega Carlo Bargiggia, presidente Aidop.
immagini di Marcella Chirchio
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