VILLAGRAZIA DI CARINI. Per il secondo giorno i carabinieri e l'Esercito, su disposizione del pm della Direzione distrettuale antimafia Roberto Tartaglia, stanno scavando in un terreno a Villagrazia di Carini alla ricerca dei corpi di Antonio e Stefano Maiorana, padre e figlio, scomparsi il 3 agosto del 2007. Il nuovo input all'inchiesta, archiviata e poi riaperta alla fine dello scorso giugno, verrebbe da alcune indicazioni date agli investigatori. L’ultimo collaboratore che ha detto di conoscere particolari sulla sorte dei Maiorana è Vito Galatolo, ex capoclan dell’Acquasanta. Il terreno incolto dove sono entrate in azione le ruspe si trova nei pressi di via Agnelleria, in contrada Serra Cardillo. Sarà solo una coincidenza, ma proprio Villagrazia di Carini era la zona dove sarebbero stati agganciati i telefonini dei Maiorana. Secondo gli accertamenti svolti dall’avvocato Giacomo Frazzitta, legale dell’ex moglie e madre degli scomparsi, Rosalia Accardo, le celle telefoniche coincidevano con i tracciati telefonici dei Maiorana, e già diversi mesi fa quella secondo il legale era l’area dove concentrare le ricerche. Che però non hanno mai avuto alcun esito. Sono stati svolti diversi scavi invece nel cantiere di Isola delle Femmine dove i Maiorana stavano costruendo un residence da oltre 7 milioni di euro con la società «Calliope». Ma non è stato trovato nulla. I pm avevano già chiesto l’archiviazione in precedenza, nel 2011, ma in quel caso il giudice l’aveva respinta, accogliendo le tesi della parte civile e disponendo nuovi approfondimenti. Nel corso delle indagini più volte si è pensato a una svolta nel giallo: un testimone raccontò di avere visto i Maiorana in una discoteca di Barcellona, cosa rivelatasi falsa. Gli investigatori hanno battuto diverse piste: da quella degli affari - i due costruttori stavano realizzando delle abitazioni a Isola delle Femmine - a quella mafiosa, senza però mai risolvere il mistero. Alcuni pentiti hanno anche raccontato di una «istruttoria» interna fatta dal boss Salvatore Lo Piccolo, interessato a capire cosa ci fosse dietro a una scomparsa avvenuta nella propria zona di influenza. C’è poi un’inquietante intercettazione del costruttore Francesco Paolo Alamia, già vicino all’ex sindaco mafioso Vito Ciancimino: «Far sparire a due persone, uno che, mischino, non c’entra niente, significa essere belve umane... E quindi se il male è proporzionale all’errore che ha fatto, minchia, quanto deve essere questo errore?». Infine il mese scorso la nuova riapertura dell’inchiesta, con elementi ancora al vaglio degli inquirenti che hanno mandato le ruspe dell’Esercito a circa dieci chilometri da dove si svolsero i primi scavi. Confermato: padre e figlio spariti nel 2007 sono al centro della campagna di ricerche avviata in contrada Serra Cardillo Stefano e Antonio Maiorana, figlio e padre scomparsi nel 2007.