PALERMO. «Le critiche frettolose al sistema della legislazione penitenziaria si legano a una certa retorica sulla sicurezza. C'è una forte coscienza dell'opinione pubblica ma la richiesta di sicurezza va ascoltata, gestita e non enfatizzata». Lo ha detto il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, intervenendo a Palermo alla seconda giornata dell'inaugurazione dell'anno giudiziario degli avvocati penalisti.
«Di fronte a situazione emergenziali - ha aggiunto Sabelli - si sceglie spesso di aumentare le pene, ma è una scelta che mi lascia freddo, ritengo sia la più facile ma anche la meno efficace».
«La prescrizione gioca un ruolo centrale nella costruzione del sistema penale che vogliamo realizzare; tuttavia, per come se ne discute, spesso rivela la sua ambiguità come istituto chiamato, alla fine, a svolgere un ruolo di carattere processuale, un rimedio alle disfunzioni del processo». Lo ha detto a Palermo il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli. Sabelli ha citato rilevazioni statistiche in base alle quali «Oltre il 70% delle prescrizioni si determina nella fase delle indagini preliminari».
«La prescrizione del reato non è un diritto dell'imputato che identifica momenti di patologia del sistema - ha aggiunto Sabelli - Le inefficienze del processo andrebbero affrontate intervenendo sui meccanismi del processo e non affidandosi alla prescrizione che in sè non può essere mai un rimedio». «Bisognerebbe finalmente uscire dalla visione 'carcero-centrica' che vede nella detenzione la sanzione privilegiata del sistema - ha concluso -. Le sanzioni patrimoniali e interdittive possono essere soluzioni assai efficaci in molti casi».
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