Tre testimoni che descrivono una
scena che non somiglia a quella ricostruita dai carabinieri. A
raccogliere le dichiarazioni dalle quali emergerebbe «un quadro
diverso», è l'avvocato Fabio Anselmo, già legale della famiglia
Cucchi, che ora assiste i familiari di Davide Bifolco, che
reclamano giustizia per la morte del figlio 17enne ucciso da un
carabiniere con un colpo di pistola durante un inseguimento al
Rione Traiano a Napoli. Il legale ha svolto una propria attività
di indagine nel tentativo di ricostruire la dinamica dei fatti e
individuare le responsabilità, interrogando sia due amici di
Bifolco, sia un terzo presunto testimone oculare «che non ha
alcun rapporto di parentela con la famiglia della vittima» e
che non si sarebbe comunque ancora presentato agli inquirenti
per farsi interrogare. Va sottolineato che invece uno dei
ragazzi, Salvatore Triunfo, già fu sentito dal pubblico
ministero la sera stessa della uccisione di Davide. Mentre Enzo
Ambrosino, l'altro teste, spontaneamente ha rivelato
davanti alle telecamere dei tg e confermando le sue
dichiarazioni all'avvocato, di essere lui il «terzo uomo» in
sella allo scooter inseguito dai carabinieri, lui e non
quell'Arturo Equabile, ricercato per evasione dagli arresti
domiciliari, la cui condizione di latitanza sarebbe stato il
vero motivo, secondo gli investigatori, che indusse i tre a
scappare alla vista delle Gazzelle dei militari che li avevano
intercettati al Rione Traiano.
L'avvocato Anselmo ha sottolineato che prima ancora che alla
procura di Napoli consegnerà i verbali e le
registrazioni con le dichiarazioni dei testimoni alla
Commissione diritti umani presieduta da Luigi Manconi. Tra i
documenti anche le riprese video delle telecamere collocate
all'esterno e all'interno della sala giochi a una decina di
metri dal luogo dove l'inseguimento si è concluso tragicamente,
in via Chintia a Fuorigrotta, nei pressi dal Rione Traiano dove
lo scooter era stato intercettato dai militari. Le immagini
mostrano un carabiniere che poco dopo l'accaduto entra nel
locale e, pistola alla mano, ordina a tutte le persone presenti
nel locale di rimanere fermi con le mani in alto. Una
circostanza sulla quale fonti dell'Arma hanno fornito una
spiegazione: il militare non è quello indagato per la morte di
Davide ma l'autista della Radiomobile e le immagini riguardano
il tentativo di catturare Equabile che, dopo la fuga in
motorino, avrebbe cercato di confondersi tra i frequentatori
della sala giochi riuscendo poi nella confusione a dileguarsi. I
carabinieri sottolineano altresì che la circostanza del
tentativo di arresto del latitante già dalle primissime fasi
delle indagini è in un atto istruttorio del pubblico ministero,
in quanto riferita al magistrato sia dal carabiniere che
intervenne nel locale sia dal suo collega.
Per quanto riguarda gli interrogatori condotti dall'avvocato
Anselmo, i giovani sosterrebbero tutti la versione secondo cui
il militare avrebbe puntato l'arma contro Bifolco che fuggiva.
Diversa la versione del carabiniere, indagato dalla procura per
omicidio colposo, il quale afferma che il colpo è partito
accidentalmente mentre per un braccio cercava di immobilizzare
Triunfo. Circostanze che potrebbero essere chiarite dopo
l'autopsia e l'esame balistico che si svolgeranno domani su
disposizione dai magistrati della procura di Napoli, i
procuratori aggiunti Nunzio Fragliasso e Luigi Frunzio e il pm
Manuela Persico.
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