Scene da incubo nella leggendaria
metropolitana di Mosca, dove un convoglio della linea blu
"Arbatskaya" ha deragliato prima della stazione di Slavyansky
Bulvar, prima periferia della capitale, verso le 8.30 locali (le
6.30 in Italia), orario di punta, causando la morte di 16
persone (compreso il macchinista) e il ferimento di oltre 100,
di cui un terzo in gravi condizioni, secondo l'ultimo bilancio
fornito da fonti mediche.
Sul posto decine di ambulanze, vari elicotteri e centinaia di
soccorritori che stanno ultimando solo ora l'evacuazione degli
ultimi passeggeri rimasti intrappolati nelle tre vetture uscite
dal binario lungo il tunnel.
Escluso per ora lo scenario di un nuovo attentato
terroristico, dopo quello che nel 2010 fece 38 vittime in due
linee della metro moscovita: il comitato investigativo ha aperto
un'inchiesta per violazione della sicurezza nei trasporti. Tra
le ipotesi principali, quella di una caduta della tensione
elettrica, forse per l'attivazione del sistema anti incendio a
causa della presenza di fumo, notato anche da alcuni testimoni.
Si tratta comunque del più grave incidente nella storia della
metropolitana della capitale, considerata la più bella del
mondo, con stazioni-museo, e la seconda più frequentata del
pianeta, dopo quella ben più moderna di Tokyo: circa 7 milioni
di utenti al giorno, al limite della saturazione. Ma finora
incidenti del genere sono stati rarissimi (l'ultimo, con 60
feriti e 4500 evacuati, nel giugno dello scorso anno, con fiamme
e fumo nella linea rossa per un corto circuito) e la metro
continua ad essere un "gioiellino" dalla precisione svizzera.
Ora però si cominciano forse a vedere i segni del tempo.
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