Una telecamera può essere uno strumento potentissimo per rendere protagonisti gli «slumdog», i bambini delle favelas indiani, e denunciare i loro problemi quotidiani. È questo il messaggio di un video workshop presentato ieri a New Delhi da una coppia di artisti romani, Laura Di Nitto e Andrea Camerini, in collaborazione con una organizzazione non governativa indiana. Una cinquantina di bambini di uno slum di Chanyakyapuri, l'enclave diplomatica della capitale, hanno assistito alla proiezione del documentario «That's the Rythm of Life» (Questo è il ritmo della vita) da loro realizzato nell'ambito di un seminario di Auromedia, società della Sri Aurobindo Society, la comunità spirituale che ha sede a Pondicherry, nel sud dell'India, dove i due artisti risiedono. «I media audio-visivi sono sempre più importanti nella nostra società - ha detto Di Nitto, che ha lavorato alla Rai per oltre dieci anni prima di trasferirsi in India - e se vogliano trasmettere le nostre idee e far conoscere le nostre esigenze bisogna imparare a usare questo linguaggio». Nel video, girato nella baraccopoli di Bapu Dham, i bambini denunciano l'assenteismo degli insegnanti, la mancanza di acqua pulita e l'ignavia dell'amministrazione che non raccoglie la spazzatura. «È scioccante - aggiunge - che a fianco delle ambasciate e degli hotel a cinque stelle convivano realtà di miseria e di degrado come questa dove da due anni operano i volontari all'ong Rythm of Life». Nell'occasione è stata regalata ai bambini una videocamera, donata da due sostenitori italiani del progetto, che servirà ad avviare un «media lab» che si occuperà in modo permanente di produzioni audio-visuali per l'infanzia. «Ma il nostro principale obiettivo - ricorda Camerini, che è anche compositore e cantante della band Nuove Tribù Zulu - sarà quello di dare ai bambini di famiglie disagiate uno strumento comunicativo con cui loro possono far sentire la loro voce e rivendicare i loro diritti».