«Pompei ed Ercolano come non le
avete mai viste». Trasformata in un film di forte impatto che
sarà nelle sale italiane il 25 e 26 novembre, varca i confini
della Gran Bretagna la grandiosa mostra allestita dal British
Museum per ricostruire la vita e la morte delle due cittadine
partenopee seppellite dal Vesuvio nel 79 d.C.. E se la rassegna
londinese aveva richiamato pubblico a frotte grazie ai generosi
prestiti delle soprintendenze italiane e ad un percorso
espositivo particolarmente curato e felice (per il vetusto museo
londinese che mai aveva presentato una mostra dedicata a Pompei
"Life and Death: Pompeii and Herculaneum" è stata la terza più
visitata di sempre) anche questo docu-film, pensato per un
pubblico planetario e destinato alla distribuzione in 51 paesi
del mondo, potrebbe fare scuola nelle politiche di rilancio di
mostre e musei.
Per il British Museum, che lo ha prodotto, il film è una
prima assoluta, quasi un primo esperimento sul genere che però
stando alle parole conclusive del direttore Neil Mc Gregor
(«spero di poter raccontare così altre mostre») sembra voler
aprire un filone. Presentato da due navigati personaggi della tv
e della cultura britannica, Peter Snow e Bettany Hughes, "Pompei
dal british Museum" è un po' una sorta di super visita alla
mostra che ha appena chiuso i battenti a Londra. Un'occasione
unica per approfittare della guida autorevole del curatore Paul
Roberts e delle storiche Mary Beard e Bettany Hughes, chiamati
insieme ad altri esperti dei vari settori ad illustrare i
reperti e soprattutto a contestualizzarli con il racconto delle
abitudini, dei costumi in un parola della vita quotidiana della
Pompei del primo secolo e della più piccola e meno conosciuta
(soprattutto dal pubblico straniero) Ercolano. «Con tutti i
loro tesori due normalissime città dell'impero romano di
allora», sottolinea appassionata la Beard, cittadine avanzate e
al centro del loro mondo dove i cibi si condivano con il pepe
arrivato dall'Asia e i gioielli più ricchi erano ornati da
pietre preziose portate da terre lontane. Tra siparietti divertiti davanti alla statua "osè"o del dio
Pan che feconda la capra (nella mostra vera l'accesso all'opera
era preceduto da una sorta di vietato ai minori) ed esplosioni
di meraviglia per la magnificenza dei gioielli, il fascino dei
giardini, la tecnica avanzata dei condotti fognari, il ruolo
degli schiavi e quello delle donne nell'antica società romana,
ma anche per la drammaticità dei calchi delle vittime, il
racconto scorre fluido e piacevolmente divulgativo nella
tradizione dei migliori docu britannici. Con le spiegazioni
degli esperti (oltre agli storici e agli archeologi viene
intervistato -unico italiano - lo chef Giorgio Locatelli
ristoratore stellato a Londra ed appassionato di cucina antica)
sapientemente alternate a ricostruzioni video e spezzoni di film
per dare spazio, insieme alla ricostruzione della vita, a quella
della fatidica giornata che con l'eruzione del vulcano fermò per
sempre, consegnandocene però la testimonianza, l'esistenza delle
due cittadine. Distribuito da microcinema in oltre cento sale
distribuite in tutto il territorio italiano si potrà vedere il
25 e il 26 nei normali orari di programmazione in inglese con i
sottotitoli in italiano. Il biglietto costerà 12 euro.
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