«Per aver accesso al
Popolo brasiliano bisogna entrare dal portale del suo immenso
cuore; mi sia quindi permesso in questo momento di bussare
delicatamente a questa porta. Chiedo il permesso di entrare e
trascorrere questa settimana con voi. Io non ho nè oro nè argento,
ma porto ciò che di più prezioso mi è stato dato, Gesù Cristo». Parole affettuose del
Papa nel suo primo discorso pubblico ai brasiliani, durante la
cerimonia di benvenuto nel palazzo Guanabara, all'inizio del suo
primo viaggio internazionale. A Guanabara, davanti alla presidente Dilma Rousseff, la
cerimonia ufficiale di benvenuto, dopo il benvenuto del popolo
lungo la strada.
Anche qui, come in volo verso Rio, il Papa ha parlato dei
giovani.
«La gioventù - ha spiegato il Papa davanti ai vertici
istituzionali e politici del Paese - è la finestra attraverso la
quale il futuro entra nel mondo, e quindi ci impone grandi
sfide. La nostra generazione - ha aggiunto - si rivelerà all'
altezza della promessa che c'è in ogni giovane, quando saprà
offrirgli spazio; tutelarne le condizioni materiali e spirituali
per il pieno sviluppo; dargli solide fondamenta su cui possa
costruire la vita; garantirgli la sicurezza e l'educazione
affinchè diventi ciò che può essere; trasmettergli valori
duraturi per cui vale la pena vivere; assicurargli un orizzonte
trascendente per la sua sete di felicità autentica e la sua
creatività nel bene; consegnargli l'eredità di un mondo che
corrisponda alla misura della vita umana; svegliare in lui le
migliori pontenzialità per essere protagonista del proprio
domani e corresponsabile del destino di tutti»
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