TORINO (ITALPRESS) - Il combattimento tra Elon Musk e Mark Zuckenberg al Colosseo, oppure il raddoppio di Brera, Uffizi e Museo archeologico nazionale di Napoli? La cultura italiana vive a volte in una sindrome bipolare, tra piacionismo ed eccellenze. A questa confusione stanno provando a porre rimedio gli Stati Generali della Cultura che si concludono oggi a Torino. "E' stata un'estate positiva. I turisti una volta trovavano chiuso, ora non accade più. A Ferragosto i musei erano aperti, e anche il Pantheon va benissimo: solo ad agosto abbiamo incassato oltre un milione, con 200mila visitatori" ha annunciato Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, parlando di "anno eccezionale". L'auspicio è proseguire in questa direzione anche pensando ad alcuni grandi eventi: l'anno prossimo il bicentenario del Museo Egizio di Torino, nel 2025 il Giubileo e nel 2026 gli ottocento anni dalla morte di San Francesco. Ma non mancano le incognite.
"La frammentazione porta a inerzia" spiega Ivan Drogo Inglese, Presidente Stati Generali del Patrimonio Italiano, sottolineando come "ciò che non è economicamente sostenibile è destinato all'incuria". Ecco perchè il nostro patrimonio deve diventare come "un film o un romanzo, dove ogni scena è attrattiva" spiega ancora. Filippo La Rosa, Direzione Generale Promozione Culturale e Istituti Italiani di Cultura, pone un interrogativo ancora più ampio: "Dobbiamo interrogarci se siamo attrattivi. Dobbiamo andare oltre i soliti luoghi noti, serve un'attività profonda, chiediamoci quante persone tornano nei musei. Serve più pubblico e un approccio diverso, dobbiamo saperci adeguar al pubblico". Parole condivise anche da Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino: "Abbiamo un grande patrimonio, ma quanto ci investiamo? Dobbiamo diventare un laboratorio, non basta il patrimonio. Dobbiamo raccontare anche agli italiani l'Italia, solo il 26% di loro va in un museo. Chiediamo agli studenti di partecipare, i musei siano la casa italiani, smettiamola con le deportazioni nei musei, portiamo studenti a imparare matematica nei musei, che le sale dei musei diventino classi dove apprendere. I musei non vanno aperti, ma forzati per portare studenti con programmi ad hoc".
Insieme agli studenti secondo Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, va anche valorizzato il ruolo "degli italiani nel mondo che sono i nostri migliori ambasciatori" di un viaggio "multisensoriale, dalla vista alla musica, il gusto... sono modi di narrare il nostro Paese. E poi olfatto e tatto, guardando ai nostri paesaggi e parchi, penso anche alle grandi vie francigene". Tutto questo per dare un sempre maggiore sviluppo socio-economico legato alla cultura. Sangiuliano cita tra le varie iniziative avviate il pagamento dei diritti d'immagine sui nostri beni, ma soprattutto la riforma dei musei: "Abbiamo aumentato i musei che lavorano in autonomia, che da 44 sono passati a 60. Così hanno maggiori risorse e capacità di spesa, e il direttore museo diventa manager" spiega il ministro. "Le cose stanno avvenendo, nei prossimi mesi apriremo il raddoppio di Brera, previsto a gennaio 2024, c'è poi il raddoppio degli Uffizi e del museo archeologico nazionale di Napoli. Sono cose concrete" spiega ancora Sangiuliano.
"Siamo superpotenza in campo culturale - conclude - siamo il prodotto di una lunga storia e dobbiamo essere all'altezza di questo lascito. Ecco perchè va promosso un nuovo immaginario del Paese, un soft power, affinchè nel mondo si sappia che qui ci sono cose che non si trovano altrove". Parole su cui poi si sono alternati a parlare Maria Porro, Presidente Salone del Mobile e Charley Vezza, CEO di Italian Radical Design, Carlo Freccero, massmediologo, ex direttore di Rai 2, Giulio Base, Direttore artistico 42° Torino Film Festival, Nicola Campogrande, Mario Turetta, Segretario Generale Ministero della Cultura sugli investimenti privati, Alberto Anfossi, Segretario Generale Fondazione Compagnia di San Paolo, Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo, Direttore Gallerie d'Italia, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
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