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(di Ludovico Mori) Dalla parrilla alla milanesa napolitana, dalle superbe miscele di Malbec alle uve nobili di Cabernet Sauvignon, Syrah, e Torrontés, l'Argentina è il primo Paese dell'America Latina di lingua ispanica ad entrare nella Guida Michelin, con i percorsi gastronomici di Buenos Aires e le bodegas tra i vigneti di Mendoza.
Un riconoscimento alla consistenza e alla qualità del panorama gourmet di queste due città che già rivaleggiano a pari livello con i principali hub globali dell'enogastronomia. Centri stellari per la qualità ed il gusto delle sue carni, col classico asado de tira o il succulento ojo de bife, la prelibata entraña (il diaframma della mucca) o il matambre (il controfiletto), per una bistecca indimenticabile, condita col tradizionale chimichurri, una salsa a base di prezzemolo, origano, aglio e peperoncino.
Il ristorante Don Julio, vero e proprio tempio della carne alla brace, incastonato in un angolo del rinomato e vibrante quartiere Palermo di Buenos Aires, è da anni stabilmente nella classifica dei primi venti ristoranti al mondo del World Best Restaurants e al primo posto assoluto nel ranking delle migliori 'parrillas'.
Ma al di là delle straordinarie eccellenze, a crescere enormemente nella capitale argentina, negli ultimi anni, è stato anche il livello medio di tutto il settore, con eccellenti proposte che reinterpretano la tradizione locale con tecniche e accostamenti innovativi, come nel caso di Anchoita, un bodegon moderno, un'osteria-laboratorio dove trionfano empanadas, choripan e le acciughe marinate da cui deriva il nome del locale. O del Niño Gordo, dove la cucina fusion asiatica si coniuga con le radici e i sapori tipici, o ancora il Mercado de Liniers, omaggio al caratteristico mercato degli animali che la domenica trasforma il quartiere di Mataderos in una festa gaucha, dove è possibile assaggiare un piatto di gustose frattaglie alla piastra, dai chinchulines (trippa) alle mollejas (animelle).
E se all'inizio del 2000 a emergere era stata soprattutto l'offerta del quartiere di Palermo, oggi si assiste a un proliferare di alternative di livello anche nei nuovi spot di Colegiales, Chacarita e Villa Crespo, dove non bisogna dimenticare di assaggiare la milanesa alla napolitana, regina della cucina argentina. Un piatto di discendenza italiana, come metà della popolazione del Paese, dove il nord e il sud della nostra penisola si declinano con la bontà della carne.
Per quanto riguarda Mendoza, l'eccellenza della sua gastronomia va di pari passo con quella della sua rinomata produzione non solo vitivinicola ma anche olivicola. Qui si trova quello che è attualmente il migliore produttore al mondo secondo il ranking 2023 del World Best Vineyards: l'azienda Catena Zapata, fondata nel 1902 dal migrante italiano Nicola Catena, l'uomo che ha fatto del Malbec il vino argentino per antonomasia.
E lungo la strada del vino che porta da Lujan de Cuyo a Maipu, ai piedi delle Ande, tra i 650 ed i mille metri sul livello del mare, dove le vigne ricevono l'acqua dal fiume Mendoza, si trovano cantine centenarie e pregiate, ma anche nuove imprese cresciute negli ultimi decenni. Anche in questo caso, così come a Buenos Aires, l'eccellenza è accompagnata da una crescita straordinaria di tutto il settore. Altre due aziende di Mendoza - Zuccardi e El Enemigo - figurano tra le prime dieci al mondo, mentre sono sette in totale quelle argentine tra le prime cinquanta del World Best del 2023.
Molte di queste cantine sono aperte al turismo e offrono la possibilità di degustare alcuni dei migliori vini a livello globale, accompagnati da piatti all'altezza della circostanza.
Il ristorante Abrasado, di Bodega Los Toneles, con le sue straordinarie carni stagionate, ha vinto la medaglia d'oro internazionale ai Best of Wine Tourism Awards del 2022.
Sempre a Mendoza, d'altra parte, l'etichetta Laur ha ottenuto il primo posto per l'Extra Virgin Olive Oil World Ranking del 2021. (ANSA).
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