(ANSA) - PERUGIA, 13 LUG - La bicicletta con cui nel 1949 il grande campione di ciclismo, Gino Bartali, arrivò secondo al "Tour de France" potrà essere ammirata al "Museo della memoria, Assisi 1943-1944", che si arricchisce così di un nuovo prezioso oggetto. L'esposizione, grazie alla concessione temporanea dal collezionista Gianfranco Trevisan di Padova, verrà allestita nei locali del vescovado-santuario della spogliazione e durerà circa due mesi.
Le sale dell'esposizione già ospitano la cappellina di Gino Bartali e la bicicletta è di poco successiva a quelle usate per le staffette della salvezza, che videro il campione trasportare, all'interno della canna della bici su cui si allenava, i documenti falsi stampati ad Assisi e destinati agli ebrei di Firenze.
"Con piacere - ha detto Gioia Bartali - abbiamo accolto l'invito del museo della memoria di valorizzare una delle bici del nonno: ringrazio il collezionista che l'ha messa a disposizione, noi familiari infatti non abbiamo bici perché il nonno, con il suo animo gentile, le ha donate tutte ed ora sono in mano a collezionisti e ciclisti. Sono felice che ora questo cimelio possa essere esposto al museo".
"Sarà un piacere ospitare un pezzo così importante di storia - ha aggiunto Marina Rosati - . Tante persone vengono e chiedono di conoscere la storia di Bartali che in queste sale raccontiamo insieme alla sua grande fede, al suo talento come ciclista e soprattutto al suo grande cuore, racchiuso in una sua frase storica: 'il bene si fa e non si dice e certe medaglie si appendono all'anima e non alla giacca', che è un grande insegnamento per tutti noi".
La due ruote sarà svelata durante la cerimonia di consegna, in programma il 18 luglio alle ore 18, nei locali del Museo. Per l'occasione saranno presenti il vescovo delle diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, Gioia Bartali, nipote del grande campione, Faustino Coppi, figlio di Fausto che vinse il tour del 1949 e che con Bartali ha dato vita a grandissimi duelli che appassionarono gli italiani nel dopoguerra, il sindaco di Assisi, Stefania Proietti e Marina Rosati, ideatrice e curatrice del museo della memoria.
(ANSA).