PALERMO - Dici Gibellina e pensi al terremoto che sconquassò il Belìce, nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968, ma poi arrivi in questa cittadina nel Trapanese e per un po' dimentichi le vicende legate al sisma e ti imbatti in una serie di opere d'arte dislocate per le strade: installazioni fotografiche di grande formato, mostre outdoor, video mapping, visite guidate. Benvenuti in uno dei più grandi musei d'arte contemporanea "a cielo aperto" del mondo.
Tornerà dal 28 luglio al 30 settembre prossimi la quarta edizione del Gibellina Photoroad. Esposti i lavori di autori della fotografia contemporanea internazionale con visionari e innovativi allestimenti all'aperto, alla ricerca di nuove interazioni con lo spazio urbano e con il pubblico.
La rassegna è organizzata dall'associazione culturale On Image con la direzione artistica di Arianna Catania, e promosso da Comune di Gibellina e Fondazione Orestiadi, con il patrocinio della Regione Siciliana - assessorato Turismo, Sport, Spettacolo. Trenta artisti internazionali provenienti da 11 Paesi europei ed extraeuropei sono stati invitati a progettare nuovi e innovativi allestimenti pensati per interagire con il tessuto urbano, per rivitalizzare attraverso la creazione contemporanea la memoria storica di questa città d'arte nata dalle ceneri del terremoto e caratterizzata da opere architettoniche e sculture dei più noti artisti del '900 come Alberto Burri, Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra, Mimmo Paladino e molti altri. Il visitatore che arriva in estate si incammina per le strade assolate in un silenzio surreale.
In visione gli scatti di Mimmo Jodice con la mostra 'Il paesaggio del pensiero', che a Gibellina si è recato dal 1980 al 1982 accompagnando anche Joseph Beuys tra le macerie della città vecchia distrutta dal terremoto, dei pluripremiati Jonas Bendiksen e Francesco Zizola, vincitore di 10 World Press Photo, dell'alchimista dell'immagine', il giapponese Kensuke Koike, dell'artista olandese Sjoerd Knibbeler, solo per citarne alcuni.
"Gibellina Photoroad offre uno spaccato ampio e variegato della fotografia internazionale e un osservatorio privilegiato sul mondo contemporaneo, attraverso immagini che interpretano il tema di questa quarta edizione, le alterazioni, ovvero lo spazio che si determina nella relazione dialettica tra genio creativo e forme precostituite, tra individuo e strutture sociali, la fotografia è dalla sua nascita un campo in cui questo conflitto si esprime alla sua massima potenza", afferma la direttrice artistica.
Quest'anno, in collaborazione con Triennale Milano, il festival attraverso la Call Fotografia spazio aperto realizzerà un'opera site-specific per il sistema della piazza iconica progettata degli architetti Franco Purini e Laura Thermes alla fine degli anni '80, che mette in dialogo fotografia e architettura, e che quest'anno è stata vinta dal fotografo Luca Massaro e dall'architetto Anna Merci.
Come da tradizione il festival si "diffonde" per tutta la città, tra gli storici edifici e le monumentali piazze della città belicina: Piazza Beuys, Teatro di Consagra, Palazzo di Lorenzo, Municipio, Chiesa Madre, Sistema delle Piazze, Fondazione Orestiadi, Orto Botanico, Labirinto, Giardino Segreto e Cresm. E sarà il museo d'Arte contemporanea Ludovico Corrao, che ospiterà la mostra di Jodice Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982, esponendo per la prima volta un ampio corpus di fotografie, stampe vintage molte delle quali inedite, che il grande maestro napoletano ha scattato e dedicato alla new town post terremoto, importante tappa della sua ricerca. (ANSA).