(di Ida Bini) (ANSA) - PESCIA, 06 MAG - Il celebre dipinto di Raffaello - La Madonna del Baldacchino - torna dopo 326 anni nel duomo di Pescia, luogo di culto che lo accolse per primo per oltre 150 anni. Sarà esposto dal 7 maggio al 30 luglio grazie al progetto speciale di Uffizi Diffusi, realizzato dalle Gallerie di Firenze con la Diocesi locale e la Fondazione Caript. Dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, dove è abitualmente esposta, la pala viene trasferita nella cattedrale della cittadina in provincia di Pistoia e messa a confronto con la copia commissionata alla fine del XVII secolo al pittore Pier Dandini per sostituirla con l'originale, che nel 1697 venne portata a Firenze. La Madonna del Baldacchino è una pala di grandi dimensioni, l'unica di Raffaello a oggi nota, realizzata tra il 1506 e il 1508 su commissione della famiglia Dei e destinata alla basilica di Santo Spirito a Firenze. Ma qui non arrivò mai perché l'artista fu costretto a interrompere la realizzazione della pala perché papa Giulio II gli aveva affidato la decorazione dei suoi appartamenti in Vaticano, le famose 'Stanze di Raffaello'. Il dipinto, mai realmente terminato come testimonia il Vasari, venne acquisito dopo la morte dell'artista dall'amico ed esecutore testamentario Baldassarre Turini, alto prelato della Santa Sede ed esponente di spicco della comunità di Pescia.
L'opera rimase dunque nel Duomo di Pescia fino al 1697, precisamente sull'altare della cappella-mausoleo dei Turini che lo stesso Baldassarre aveva fatto erigere per accogliere degnamente la pala dell'Urbinate. In quella data il granduca Ferdinando de' Medici la volle nella sua reggia di palazzo Pitti, ma la vendita del dipinto scatenò violente reazioni da parte dei pesciatini, profondamente legati al culto della Vergine e al quadro di Raffaello, tanto che fu necessario spostarlo di notte per poterlo trasportare a Firenze. Giunta a Palazzo Pitti, la pala fu appesa nell'appartamento di Ferdinando, nell'ala meridionale del primo piano. Per adattarla al contesto della collezione principesca e alla cornice lignea intagliata e dorata che ancora possiede, la pittura fu ampliata nella parte superiore dal pittore di corte Niccolò Cassana; si spiegano così il coronamento del baldacchino a forma di cono e la calotta a lacunari che ricalca quella del Pantheon a Roma.
Oggi il trasferimento nel luogo d'origine, la cattedrale di Pescia, è l'occasione per ammirare l'opera nel suo reale contesto storico, geografico e artistico - primo obiettivo del progetto Uffizi Diffusi - e di ripercorrere un arco di storia dell'arte tra i più suggestivi e fecondi. E' anche l'occasione di scoprire la bellezza del Duomo pesciano che, da pieve romanica, è diventato custode di pregevoli opere del Sei e Settecento; e di valorizzare Pescia e la Valdinievole con il loro grande patrimonio artistico, storico e naturalistico. In vista del suo trasferimento a Pescia, la Madonna del Baldacchino è stata sottoposta a un leggerissimo intervento di consolidamento nella porzione più alta del supporto ligneo e ad accurate indagini diagnostiche da parte dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che ne hanno determinato l'ottimo stato di salute. I precedenti restauri vennero compiuti sempre nei laboratori dell'Opificio delle Pietre Dure tra il 1987 e il 1991.
L'ingresso alla Cappella Turini, dove è esposta La Madonna del Baldacchino, è accessibile tutti i giorni dalle 10 alle 20, ma per motivi di sicurezza è consentito a un massimo di 20 persone ogni 20 minuti. La prenotazione è quindi consigliata sul sito: madonnadelbaldacchino.it (ANSA).