TRIESTE - Una poliedricità di forme e mezzi espressivi, dalla pittura alla ceramica fino all'opera grafica, per esprimere uno spirito innovativo attraverso segni, colori e superfici: è l'assaggio della produzione artistica di Joan Mirò in mostra al Museo Revoltella di Trieste fino al 24 settembre.
Omaggio a Mirò è prodotta da Navigare Srl con la co-produzione di Diffusione Cultura Srl, realizzata insieme ad Art Book Web e promossa dal Comune di Trieste, con il supporto del Trieste Convention & Visitors Bureau e PromoTurismoFvg.
L'allestimento si articola in una serie di sezioni che raccontano il percorso dell'artista surrealista con il suo mondo interiore, delineato dai curatori Achille Bonito Oliva, Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo. Sono circa 80 le opere esposte tra dipinti, tempere, acquerelli, disegni, sculture e ceramiche provenienti da musei francesi e collezionisti privati.
Completano la mostra una serie di opere grafiche, libri e documenti e una sezione multimediale.
"Inserito nel contesto dei surrealisti - afferma Sanfo - Mirò è il meno surrealista dei suoi compagni di strada, essendo lontano da quei rimandi al sesso, alla stravaganza tout-court, al desiderio di stupire tipico del mondo surrealista. Una rilettura più attenta e aggiornata può invece collocarlo in quell'universo attraversato dai gesti pittorici di Pollock, dalle visioni intellettuali di Wols o dalle espressioni liricamente poetiche di Klee. La rassegna espositiva vuole dare spazio quindi non solo alla gioia di attraversare un modo di vivere l'arte in maniera intellettualmente ludica, ma può anche far riflettere sulla giusta collocazione di Mirò nella storia dell'arte".
Il nucleo di opere copre un periodo di sei decenni della carriera di Joan Miró, il quale appartiene alla triade degli artisti spagnoli, con Picasso e Dalì, ma ne rappresenta - come vuol dimostrare l'Omaggio - la parte più ludica e gioiosa, con le sue esplosioni di colore e i suoi segni in libertà che rimandano al mondo fantastico della fanciullezza.