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Concessioni balneari, nuove regole per le spiagge in Sardegna

(ANSA) - CAGLIARI, 07 APR - Regole più chiare e facili per l'utilizzo delle spiagge e delle concessioni demaniali in Sardegna: dalle autorizzazioni stagionali nei comuni senza il Pul, al via libera alla celebrazione dei matrimoni o alle specifiche per le riprese fotografiche per video pubblicitari.
    La giunta regionale guidata da Christian Solinas ha approvato una delibera per fare "maggiore chiarezza" su alcuni aspetti della disciplina in vista della stagione 2023 alle porte e in attesa della strada che l'Italia prenderà riguardo alla direttiva Bolkestein.
    In particolare viene data l'opportunità a chi ha il chiosco sulla spiaggia senza lettini e ombrelloni di poter usufruire di un'area fino a 50 metri quadri di superficie dove sistemare tavolini e sedie. "La Regione, per la prima volta - spiega una nota - va in aiuto delle piccole strutture posizionate sulla spiaggia che intendono avere tavolini e sedie per consentire la fruizione di cibi e bevande nel chiosco stesso che potrà predisporre, per la sola stagione balneare 2023, un'area che non superi la superficie complessiva di 50 metri quadri".
    "Si tratta di una misura molto attesa dagli operatori, urgente in virtù dell'approssimarsi della stagione balneare - spiega l'assessore degli Enti locali, Aldo Salaris -. Entrando nello specifico delle diverse autorizzazioni da rilasciare agli operatori, abbiamo ritenuto opportuno fornire indirizzi tesi a uniformare, per la stagione 2023, il procedimento amministrativo da seguire". "L'obiettivo finale - sottolinea l'assessore - è di specificare diritti e doveri degli operatori, anche in termini economici, e semplificare quanto più possibile le procedure per facilitare proprio l'operatività di chi lavora nell'ambito del turismo".
    E se è crescente l'interesse della Sardegna come meta per riprese fotografiche o cinematografiche, queste spesso comportano l'occupazione, anche esclusiva, di tratti di mare o di arenile. "L'uso del demanio marittimo deve essere comunque compatibile con la pubblica e libera fruizione delle spiagge, nell'interesse dei cittadini sardi e dei turisti", avverte Salaris. (ANSA).
   

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