NEW YORK - Inquinamento, deforestazioni, perdita di habitat, specie in estinzione, esaurimento di risorse. La crisi climatica ed ambientale causata dalla cosiddetta 'appropriazione indebita' dell'essere umano sulla natura ha avuto, negli Stati Uniti, effetti sproporzionati soprattutto sulle minoranze e comunità a basso reddito, vittime tutt'oggi di un'ingiustizia ambientale che le ha sradicate dal proprio territorio, negandogli risorse che gli spettavano di diritto.
'Nature, Crisis, Consequence' è la nuova mostra alla New York Historical Society (31 marzo-9 luglio 2023) che esplora l'impatto culturale e sociale della crisi ambientale sulle diverse comunità del paese. Si basa sulla collezione permanente della New-York Historical Society, alcune acquisizioni recenti e opere in prestito e copre un lasso di tempo che va dal proto ambientalismo della 'Hudson River School', un movimento artistico americano sviluppato nella metà del 19/o secolo da un gruppo di paesaggisti influenzati dal romanticismo, alla demolizione di case e chiese per far posto a Central Park oltre che il costo umano pagato dalle comunità indigene per la realizzazione della prima Prima Ferrovia Transcontinentale sempre nel 19/o secolo. "La crisi ambientale non è solo un problema della scienza - ha spiegato all'ANSA la curatrice Wendy N?lani E. Ikemoto - ma è anche un problema socio culturale e che riguarda soprattutto le minoranze. Ad esempio quando fu costruita la linea ferroviaria lungo gli Stati Uniti le persone ricche beneficiarono dei profitti ma a spese delle comunità indigene. L'enorme polmone verde di Central Park a New York il quale contribuisce a proteggere la città dagli effetti dei cambiamenti climatici ha purtroppo avuto un costo a livello sociale. E' stato costruito a spese di una rigogliosa comunità afro americana e di immigrati, conosciuta come Seneca Village, completamente rasa al suolo per far posto al parco".
Una sezione della mostra presenta appunto delle rare foto dalla collezione della New-York Historical che suggeriscono come sarebbe stato Seneca Village ai tempi d'oro. 'Course of Empire (1833-36) di Thomas Cole è un avvertimento preveggente contro l'espansione incontrollata nel mondo naturale. "La crisi ambientale. - sottolinea la curatrice - è anche una crisi di diritti civili. Nature, Crisis, Consequence racconta la storie di persone che respirano aria inquinata e di comunità che perdono la terra da cui dipendono le loro culture. Spero che offra al pubblico un nuovo modo per capire la crisi climatica e il ruolo che l'arte può avere nel portarci in direzione di una giustizia climatica". (ANSA).
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