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L'arte di Joaquín Sorolla all'Accademia di Spagna a Roma

ROMA - Si intitola Joaquín Sorolla, sprazzi di luce e colore la mostra che l'Accademia Reale di Spagna a Roma ospita fino all'11 giugno. L'esposizione, a cura di María López Fernández e Blanca Pons-Sorolla, riunisce oltre 240 opere del celebre pittore valenciano e accoglie una sezione appositamente ideata per l'Accademia, in occasione dei 150 anni della sua fondazione. Joaquín Sorolla, sprazzi di luce e colore è l'unica tappa italiana della mostra, già presentata al Museo Sorolla di Madrid, alla Fundación Bancaja di Valencia, al Museo de Bellas Artes di Bilbao e al Palau Martorell di Barcelona, che omaggia il pittore e i suoi rapporti con i circoli artistici della Capitale. Joaquín Sorolla, scomparso esattamente 100 anni fa, venne in Italia in molte occasioni e in particolare a Roma tra il 1885 e il 1889. In tre sale e nel salone dei Ritratti dell'Accademia sono esposte oltre 240 opere originali dell'artista, di cui 205 dipinti a olio che l'artista chiamava "macchie" o "note di colore", conservate nel Museo Sorolla di Madrid, e per la prima volta presentate al pubblico romano. Le opere delle sale al piano terra documentano lo sviluppo della carriera di Joaquín Sorolla: la mostra alla Galleria Georges Petit a Parigi nel 1906, la sua maturità artistica, le mostre americane tra il 1909 e il 1911 e il culmine della sua produzione tra il 1912 e il 1919. Il Salone dei Ritratti, al primo piano, ospita "Sorolla, la Real Academia de España en Roma e le origini del piccolo formato", sezione ideata per le celebrazioni dell'Accademia. Si tratta di una serie di "note di colore", quadri a olio su cartoni o tavolette di piccolissime dimensioni che, trasportate insieme ai pennelli e ai tubi di colore in scatole costruite ad hoc per facilitare la pittura all'aria aperta, rappresentano diversi luoghi d'Italia: vedute di città, monumenti, paesaggi, studi di artisti, viaggi e l'atmosfera dei caffè tra Roma e Parigi. Nell'enorme produzione artistica di Sorolla le piccole tavole venivano spesso considerate opere intime o non finite: il pittore le utilizzava come appunti o come un semplice esercizio e ne ricopriva pareti intere del suo studio, appese con degli spilli. Presto però cominciò a incorniciarle e oggi questi quadretti, piccoli per dimensione ma grandi per audacia, esprimono pienamente lo spirito della sua pittura.
    La mostra, aperta gratuitamente da martedì a domenica, dalle 10 alle 18, ha un catalogo pubblicato da Ediciones El Viso con testi di María López Fernández e Blanca Pons-Sorolla. (ANSA).
   

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