(ANSA) - FONTECCHIO, 04 MAR - La relazione tra le distruzioni della guerra e quelle del terremoto. Il coraggio di rialzarsi e ricostruire. La speranza che tutto questo non succeda mai più.
L'evocazione del dialogo tra i popoli per un futuro di pace. Il diritto alla libertà.
Sono alcuni dei temi delle opere di Yehor Antsyhin, Lucy Ivanova, Petro Ryaska, Andriy Sahaydakovskyy e Olena Turyanska, i cinque artisti ucraini protagonisti del programma di residenza a Fontecchio (L'Aquila) organizzato dal MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, con la collaborazione della Fondazione Imago Mundi, del Comune di Fontecchio e il sostegno del Ministero della Cultura.
Dallo scorso settembre i cinque artisti - individuati tra una rosa di nomi proposti da Solomia Savchuk Head of Contemporary Art al Mystetskyi Arsenal di Kiev e curatrice della raccolta Ucraina di Imago Mundi Collection e Maria Lanko, co-curatrice del Padiglione dell'Ucraina all'ultima Biennale d'Arte di Venezia - hanno vissuto e lavorato a Fontecchio (L'Aquila), affascinante paese medievale arroccato su un'altura e immerso nel verde, che ha scelto arte e cultura come motore di sviluppo per ripartire dopo il terremoto.
A conclusione del programma di residenza, le opere realizzate durante questo periodo sono state esposte a Fontecchio, nel medievale Convento di San Francesco che resta aperto per tutto il weekend con orari 11-17.
L'inaugurazione ha visto la presenza di Bartolomeo Pietromarchi, direttore MAXXI L'Aquila, Sabrina Ciancone, sindaco di Fontecchio, Enrico Bossan, direttore artistico Fondazione Imago Mundi, la curatrice Solomia Savchuk, e ancora Valeria Pica, assessore alla Cultura del Comune di Fontecchio e coordinatrice delle residenze con Eleonora Farina dell'Ufficio curatoriale del MAXXI.
Nel corso della residenza, gli artisti hanno lavorato e si sono relazionati con il luogo, la comunità e la realtà culturale che li ha accolti. Le opere e i progetti, commissionati dal MAXXI e presentati in questo momento conclusivo del loro percorso in Italia, sono dunque frutto della loro esperienza e del dialogo quotidiano con il territorio. (ANSA).
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