(ANSA) - TREVISO, 24 FEB - Si arricchisce di una scultura mai vista prima la mostra "Arturo Martini. I capolavori", in programma al Museo Bailo di Treviso dal 31 marzo al 30 luglio.
L'opera era rimasta da più di 80 anni protetta, quasi nascosta dopo l'unica apparizione alla Quadriennale di Roma del 1939, nella casa museo di Vado Ligure (Savona): si tratta del marmo "Legionario ferito", realizzato dallo scultore trevigiano nel 1936-37 in gesso, e in marmo al più tardi entro il 1938.
"L'opera - commenta uno dei curatori, Fabrizio Malachin - s'inserisce in quel clima di entusiasmo successivo alla guerra d'Etiopia, quando la ritrovata pace era portatrice anche di attese di nuove commissioni pubbliche. Gusto ancora retorico in quel legionario raffigurato seduto, gambe divaricate e braccia sollevate, mentre si sta fasciando il braccio".
La presenza in mostra di quest'opera consente di approfondire, decantate le passioni politiche, un decennio fondamentale dell'attività artistica di Martini, tra la metà degli anni '30 e i '40. Il marmo sembra anticipare una ricerca che porterà al "Palinuro", dedicato al partigiano Primo Visentin, detto "Masaccio", caduto a Loria (Treviso) il 29 aprile 1945, che si trova al Palazzo del Bo di Padova.
"Legionario e Palinuro - prosegue il curatore - lontani nella sensibilità, esemplificano però quella straordinaria capacità di Arturo Martini di narrare per immagini con grande potenza: icone di periodi e momenti creativi diversi". Del primo periodo esempio è l'altorilievo per il Palazzo di Giustizia di Milano, progettato da Marcello Piacentini, sulla "Giustizia corporativa", o le opere per l'Arengario in piazza Duomo; per i sospetti dovuti alle numerose commissioni pubbliche, l'artista subì un processo d'epurazione nel 1945. (ANSA).