(ANSA) - VENEZIA, 19 FEB - Sbarcano domani in piazza San Marco i "Carnevali della tradizione", in visita al Carnevale di Venezia 2023, per dare vita ad esibizioni popolari che sapranno affascinare il pubblico.
L'Unione Nazionale Pro Loco d'Italia (Unpli) porta in Piazza le maschere della tradizione, dalla Puglia alla Sicilia, passando per il Piemonte, la Basilicata, il Molise, la Calabria e la Sardegna. Dieci i gruppi selezionati, con oltre 200 figuranti, legati dal comune denominatore di esibizioni che si tramandano da generazioni con un legame storico con l'identità del territorio.
La partecipazione dei Carnevali della tradizione si inserisce nel generale palinsesto di spettacoli diffusi e di altri gruppi a San Marco e nei teatrini del Carnival Street Show, coordinati da Massimo Andreoli.
Dalla Puglia arriveranno le maschere tipiche "Domino" e l'"Omene Curte": il primo una maschera elegante e misteriosa che ha ispirato opere liriche, comiche e drammatiche, il secondo una maschera creata dalla povera gente. La Basilicata porta la sua storia con la tradizione delle maschere di Tricarico, "I Mash-kr", personificazioni del toro e della mucca che trasformano il corpo in un elemento simbolico che ci parla attraverso i segni. Le forze della natura saranno protagoniste del Carnevale di Alessandria del Carretto, in Calabria, attraverso "U pohicinelle bielle" e "U pohicinelle brutte", due maschere dai tratti particolari. Tra gli altri costumi "l'Uerse", maschera bestiale con grandi corna, e "a Coremme" che simboleggia la Quaresima con il ruolo di chiudere la festività.
Dalla Sicilia arriveranno i "Giardinieri" di Salemi, una maschera che risale all'età tardo-ottocentesca dell'antica maschera dello "Scalittaro". Il carnevale di Fonni, in Sardegna, arriva a Venezia con le antiche maschere de "s'urthu" e "sos buttudos" che rappresentano la lotta quotidiana dell'uomo contro gli elementi della natura. Altre sono "Sas Mascheras Limpias" che rappresentano l'eleganza, la bellezza, il bene. Il "Bataru" e la "Maribela" maschere tipiche di Agnona, in Piemonte, arrivano a Venezia portando con loro una storia una storia legata alla dominazione francese. Dal Molise arriverà infine "il Diavolo di Tufara", espressione simbolica del contrasto tra la vita e la morte, tra il bene e il male. (ANSA).
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