Mercoledì 27 Novembre 2024

Rimini rievoca locuzione di Giulio Cesare 'Alea Iacta Est'

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RIMINI - Era la notte del 10 gennaio del 49 a.C. quando Giulio Cesare attraversò il fiume Rubicone, che separava i confini dei territori dell'Urbe dalla Gallia Cisalpina, pronunciando la celebre frase - attribuitagli da Svetonio nel 'De vita Caesarum' - 'Alea Iacta Est', il dado è tratto. Superato il corso d'acqua - violando la legge che proibiva l'ingresso armato entro i confini di Roma e dando così il via alla seconda guerra civile romana - Giulio Cesare entrò nell'allora Ariminum dove tenne una locuzione rivolta alla fedelissima XIII Legio Gemina.
    Rimini celebra quel passaggio chiave della storia di Cesare e di Roma rievocando la locuzione con cui il condottiero arringò nel Foro di Rimini - l'attuale Piazza Tre Martiri e già Piazza Giulio Cesare - i suoi uomini, i legionari della Tredicesima Legione, ribattezzati 'Leoni della Gallia Cisalpina' guidandoli contro Roma.
    Nel cuore della città romagnola i legionari in costume della 'Legio XIII Gemina' - associazione culturale riminese di rievocazione storica e archeologia sperimentale fondata nel 2011 - invaderanno il centro storico partendo dal bimillenario ponte di Tiberio - che segna l'inizio della Via Emilia - dove si esibiranno in addestramenti militari, per poi sfilare lungo Corso d'Augusto fino Piazza Tre Martiri dove è in programma la cerimonia con la lettura della Locuzione di Cesare ai militari.
    ll motto attribuito a Giulio Cesare compare nel cartiglio dello stemma del Comune di Rimini in cui è Jacta Est Alea, Domani, inoltre, è prevista una camminata all'interno dell'area archeologica da poco riqualificata del ponte romano di San Vito, vicino Rimini, da anni oggetto di diverse diatribe' sul fatto se sia o non sia il ponte attraversato da Giulio Cesare, in quella nella notte. Diatribe che coinvolgono anche il fiume attraversato visto che diversi studiosi ritengono che non sia stato il Rubicone il teatro della scena ma un altro corso d'acqua, il Pisciatello.
    Il motto compare nel cartiglio sia dello stemma del Comune di Rimini sia in quello della Provincia di Forlì-Cesena: nel primo, tuttavia, nella forma esatta riportata da Svetonio. (ANSA).
   

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