(ANSA) - MILANO, 22 DIC - E' una delle iscrizioni più enigmatiche e dibattute di tutta l'antichità classica e fino al 16 luglio 2023 potrà essere ammirata alla Fondazione Luigi Rovati di Milano, al piano ipogeo del museo d'arte. Si tratta della stele di Kaminia ritrovata a Lemno e custodita nel Museo archeologico nazionale di Atene. Rinvenuta tra il 1883 e il 1885 vicino al borgo di Kaminia, sull'isola di Lemno, la stele è datata al VI secolo a.C. e ha suscitato particolare interesse per le due iscrizioni che porta incise.
L'alfabeto della stele è greco, del tipo detto 'rosso' (o greco-occidentale), ma alcuni tratti peculiari lo avvicinano all'alfabeto etrusco. Le notizie degli autori antichi sui Pelasgi o Tirreni, che avrebbero abitato Lemno fino alla conquista di Atene (ca. 500 a.C.), indussero la Scuola Archeologica Italiana di Atene a condurre scavi e ricerche sull'isola per identificare le origini dei Tirreni d'Italia, cioè gli Etruschi. La stele, opera di una bottega locale, è una sottile e lunga lastra di calcare originariamente alta due metri circa, di cui rimane la metà superiore. Sulla fronte è incisa a bassissimo rilievo la figura di un guerriero di profilo, in piedi, armato di lancia e scudo. Il volto, con testa piatta, grandi occhi e un pronunciato sorriso, rimanda all'iconografia attestata a Lemno.
Intorno al personaggio è incisa una iscrizione distribuita su 8 righi: alcune linee si leggono dal basso verso l'alto, altre in orizzontale da sinistra a destra e da destra a sinistra in righi alternati. La lettura è controversa: una delle possibili interpretazioni è che l'iscrizione ricordi il guerriero Aker figlio di Tavarsa (Aker Tavarsio), a rappresentare la discendenza dai membri di un'illustre famiglia di Lemno. Una seconda interpretazione lo identifica invece in un Holaie (in greco Hylaios) forse originario di Focea, in Asia Minore. La stele era il segnacolo di una sepoltura. (ANSA).