di Ida Bini (ANSA) - TRENTO, 20 DIC - Il candore dei paesaggi innevati e il silenzio delle strade ghiacciate in 10 famose opere: il viaggio nella stagione più fredda dell'anno parte dalle mura merlate del castello del Buonconsiglio, nel cuore di Trento, con un lancio di palle di neve immortalato nel 1400 e termina con la modella di Tamara de Lempicka che scia a Sankt Moritz negli anni Venti.
"Ciclo dei mesi. Gennaio". E' un capolavoro dell'arte gotica internazionale il ciclo di affreschi, attribuito a Venceslao e realizzato nel 1400, che oggi si ammira nella Torre dell'Aquila del castello del Buonconsiglio di Trento. Si tratta di 11 affreschi che raccontano la vita quotidiana nel Medioevo, mese dopo mese; in particolare quello di gennaio è particolarmente interessante, perché è il primo della pittura occidentale giunto integro fino a noi dove è raffigurata la neve. In primo piano nell'opera si vede un gruppo di nobili che gioca a palle di neve mentre alcuni cacciatori perlustrano un bosco a ridosso del castello di Stenico, fuori Trento.
"Paesaggio invernale con pattinatori e trappola per uccelli".
Dipinto nel 1566, il quadro di Pieter Bruegel il Vecchio ritrae un paesaggio dell'inverno fiammingo con una foschia nebbiosa e giallastra. La neve, i pattinatori, il fiume ghiacciato, le case e gli uccelli: ogni soggetto è dipinto nei minimi particolari.
C'è persino, in basso a destra del dipinto, una trappola per uccelli che può essere letta come metafora degli uomini che, proprio come gli uccelli, vivono inconsapevoli accanto all'inganno e alla fine della vita. Il dipinto è esposto nel museo reale delle Belle Arti del Belgio di Bruxelles.
"Paesaggio invernale con chiesa". Esistono due versioni del quadro che David Caspar Friedrich, tra i maggiori esponenti del Romanticismo, realizzò nel 1811: una conservata alla National Gallery di Londra e la seconda presso il Museum für Kunst und Kulturgeschichte di Dortmund, in Germania. Il pittore era specializzato nella realizzazione di paesaggi solitari, malinconici, immersi nella neve e nel freddo; anche in quest'opera sono ritratti alcuni abeti, rocce e una chiesa gotica che si staglia sullo sfondo. Tra i rami dell'abete si intravede un crocifisso davanti al quale si è seduto a pregare un mendicante, che ha abbandonato lì le sue stampelle. Tanti sono i richiami simbolici e l'inverno stesso è uno stato d'animo.
"La gazza". E' un'esplosione di luce il paesaggio innevato che Claude Monet dipinse en plein air nel 1868. In mezzo a una coltre di neve spunta, su un cancelletto in legno, una gazza appollaiata che diventa subito il punto focale del quadro. La neve ritratta è estremamente realistica e naturale, e dietro le fronde degli alberi innevati si intravede un piccolo gruppo di case in legno. Oggi la tela è esposta al Musée d'Orsay di Parigi.
"La Senna al ponte Iéna. Tempo nevoso". Dipinta nel 1875 e oggi esposta al Musée d'Orsay di Parigi, la tela appartiene al primissimo periodo pittorico di Paul Gauguin, influenzato dalla lezione realista di Courbet. Tutto nel quadro tende all'impressionismo: dalla luce alle sfumature di colore tendente al verde, dalla temperatura all'atmosfera che si vive lungo il fiume, tra gli alberi, le barche ormeggiate e il ponte ad arco.
Quest'ultimo sulla Senna è quello che collega il Trocadero, sulla riva destra, alla torre Eiffel, sulla sinistra.
"Tempo da neve a Veneux-Nadon". Il pittore impressionista Alfred Sisley amava ritrarre con grande trasporto poetico le stagioni, i cambiamenti dell'atmosfera e le ore del giorno, con le strade e i sentieri come punto d'osservazione: nel quadro, dipinto nel 1880, è raffigurato un paesaggio di neve, reso ancor più suggestivo attraverso una gamma di grigi sotto un cielo coperto e nuvoloso. La tela è esposta al Musée d'Orsay di Parigi.
"Minatori nella neve: inverno". E' un atto di accusa quello che Van Gogh esprime attraverso il dipinto, realizzato nel 1882 e oggi esposto nel museo Van Gogh di Amsterdam. Dopo una violenta esplosione nella miniera di Agrippe a Frameries, che nel 1879 provocò più di cento morti, il pittore esprime la sua solidarietà al mondo dei minatori denunciando le difficili condizioni dei lavoratori. Van Gogh vuole anche rappresentare la fatica del lavoro nelle miniere attraverso il paesaggio pieno di contrasti tra il nero e il grigio.
"Notte bianca". Il paesaggio notturno freddo e immobile, che Edvard Munch dipinse nel 1901, esprime una sensazione di solitudine, raffigurata dagli alberi dalle caratteristiche chiome a nuvola che dominano il mare sullo sfondo e dai toni blu che contrastano con la neve bianca. I colori intensi del cielo danno una sensazione di calma interiore, quasi rassicurante. Il dipinto si può ammirare nella galleria nazionale di Oslo.
"Sopra Vitebsk". E' una rappresentazione fiabesca di Marc Chagall dove si esaltano i colori, la fantasia e una magica atmosfera invernale. In quest'opera il pittore rappresenta Vitebsk, la città russa dove era nato nel 1887. L'enorme figura che sta sospesa sulle case potrebbe essere un viandante o il profeta Elia che, secondo una tradizione ebraica, portava doni ai meritevoli. Lo strano personaggio riflette perfettamente quella condizione di ebreo errante, di esule intellettuale tipica della cultura e della storia ebraiche. Infine, il tema del volo, anch'esso ricorrente nella poetica di Chagall, rappresenta il senso di perdita delle proprie radici e di mancanza di stabilità. Il dipinto, realizzato nel 1914, è esposto all'Art Gallery of Ontario di Toronto.
"Saint Moritz". Realizzato da Tamara de Lempicka nel 1929 e oggi esposto al musée des Beaux-Arts di Orléans, la tela ritrae un'elegante modella Art Decò con abiti invernali sulle piste da sci di Saint Moritz. L'artista polacca, famosa per la sua vita mondana, mostra un'attenzione estrema agli abiti e all'acconciatura ma ritrae anche una profonda malinconia negli occhi color miele della sciatrice. (ANSA).
Caricamento commenti
Commenta la notizia