Sabato 16 Novembre 2024

In Portogallo per i 100 anni di Saramago

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LISBONA - «Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Bisogna vedere quello che non si è visto, e vedere di nuovo quel che si è già visto… Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre». E' un brano tratto da "Viaggio in Portogallo", straordinaria guida scritta nel 1981 da José Saramago, nato cent'anni fa ad Azinhaga, nel Ribatejo, 100 chilometri a nord di Lisbona. Nel libro lo scrittore traccia un interessante itinerario del Paese: descrive in terza persona il suo viaggio tra paesaggi, chiese e conventi di sperduti villaggi, musei, rovine, castelli diroccati e palazzi, con riflessioni personali e riferimenti storici e letterari.
    Saramago è un viaggiatore curioso e lo dimostra anche nell'ultimo libro, scritto poco prima di morire: "Il viaggio dell'elefante", percorso surreale e pittoresco dell'elefante Salomone in tutto il Portogallo. Usa l'ironia e descrive la gente e i fatti con pungente allegoria, come in tutti i suoi capolavori, da "L'anno della morte di Riccardo Reis" a "Cecità" e a "L'uomo duplicato". Nel 1998 l'Accademia di Svezia gli conferisce il Nobel per la letteratura premiando il suo impegno civile e le sue qualità di scrittore, in particolare il modo di raccontare senza pause e senza interpunzioni. A inaugurare questo stile letterario è "Levantado do Chao" ("Una terra chiamata Alentejo"), libro pubblicato nel 1980 che narra la saga di una famiglia di braccianti, i Mau-Tempo, dall'inizio del Novecento alla rivoluzione dei garofani del 1974. La storia è ambientata nel piccolo borgo di Lavre, nell'Alentejo, regione portoghese dei latifondi, una terra aspra e dura dove da secoli "si strappa la pelle ai sugheri". Qui la calce imbianca piccoli villaggi nascosti tra le colline color ocra, in un paesaggio di risaie e vigneti, di pascoli e boschi di olivi, eucalipti e sugheri.
    Per ripercorrere i luoghi descritti da Saramago è bene partire proprio dall'Alentejo, regione a cui lo scrittore dedica molte pagine, anche nella guida "Viaggio in Portogallo", in un percorso che va dal fiume Sádão al confine spagnolo. Si parte da Alcácer do Sal, borgo bianco affacciato sul fiume tra risaie e un castello trasformato in pousada; nel villaggio spicca la chiesa di Santiago, decorata con azulejos e altari barocchi.
    Nelle vicinanze si viaggia fino alle case bianche e alle vie acciottolate di Santa Susana, il borgo meglio conservato della regione e, poco più a nord, fino alle rovine del castello di Montemor-O-Novo, borgo al centro della produzione di sugheri caratterizzato da chiese e monasteri barocchi, ricchi di decorazioni ad azulejos. Una breve deviazione verso nordovest porta a Lavre, il borgo abitato per mesi dallo scrittore durante la stesura di "Levantado do Chao". Viaggiando verso l'interno della regione si raggiunge Arraiolos, villaggio di case bianche, famoso per i resti di un castello e le cooperative di artigiani del tappeto. A una quarantina di chilometri da qui sorge Estremoz, cittadina dell'Alto Alentejo dominata da un possente torrione duecentesco, famosa per i bellissimi azulejos biancoazzurri settecenteschi che impreziosiscono gli scaloni del municipio e la chiesa di san Francesco. Distesa tra gli oliveti e le profonde cave di marmo di Estremoz spunta Vila Vicosa, dove merita una visita il Palazzo Ducale, la cui facciata è una quinta teatrale più lunga dell'edificio stesso.
    Attraversando i latifondi alentejani si arriva a Évora con il tempio di Diana, l'antica università, la cattedrale di santa Maria e le tante bellezze che l'Unesco ha deciso di tutelare.
    Tra queste spiccano il Convento dos Lóios, gotico manuelino, con le pietre tombali, il palazzo dei conti di Basto e la chiesa di san Francesco con la cappella dos Ossos. Viaggiando attraverso boschi di lecci ed eucalipti per una trentina di chilometri si arriva ad Aldeia da Serra con un antico ciclo di azulejos nel chiostro, nei saloni e nelle celle del convento di san Paolo, trasformato in albergo di charme. La strada porta a Monsaraz, più a sud, elegante borgo fortificato che domina il fiume Guadiana e che l'autore descrive così: "Dalla rocca fortificata il viaggiatore è sceso in pianura. Qui sembra di essere fuori dal mondo".
    Altri luoghi legati a Saramago sono soprattutto quelli descritti nel "Viaggio in Portogallo": da Mafra ad Alcobaça e a Sintra, vicino a Lisbona, e da Braga a Vila Real. Grazie alla guida si scoprono luoghi e tesori nascosti e si viaggia tra piccoli villaggi arrampicati sui monti e cittadine che si affacciano sull'Atlantico dal nome poetico come A Ver-o-Mar. E' un Portogallo fuori dai soliti luoghi turistici e scoprirli diventa un viaggio dentro sé stessi, dove ogni nuovo panorama si trasforma in un'esperienza mistica che arricchisce il lettore.
    Ecco qualche località che merita essere scoperta: Escaroupim, che fa parte dei villaggi di palafitte chiamati "Aldeias Avieiras", nati grazie alla forte immigrazione dei pescatori all'inizio del XX secolo; Santarém, poco più a nord sulla fertile regione della valle del Tago, capitale del gotico, dove si visita il Jardim das Portas do Sol, la cittadella fortificata che il primo re del Portogallo conquistò agli arabi. Poco distante c'è la cittadina fortificata di Torres Novas, nella natia regione del Ribatejo, dove meritano una sosta il museo Carlos Reis, il castello con un magnifico giardino interno e le mura che si percorrono a piedi lungo 11 torri da dove si ammira il paesaggio sul fiume e sui mulini ad acqua. A meno di 20 chilometri da qui c'è il borgo natio di Saramago, Azinhaga, dove nella casa-museo si rivivono l'atmosfera familiare dell'autore con la vecchia cucina e il letto dei nonni analfabeti e la storia di questa zona rurale del Portogallo.
    Il viaggio commemorativo termina a Lisbona, città dove l'autore visse gran parte della sua vita. L'itinerario comincia nella casa dello scrittore, vicino al Jardim da Estrela; da qui si percorrono i quartieri storici di Chiado e Baixa e si conclude davanti alla Casa dos Bicos, dimora storica in stile manuelino, costruito nel XVI secolo nel quartiere di Alfama. Qui sorge la Fondazione José Saramago che ospita una ricca biblioteca e dove si svolgono spesso mostre ed eventi culturali; nella piazza antistante i resti dello scrittore riposano all'ombra di un ulivo proveniente dalla sua terra natia.
    Info: visitportugal.com/it e visitalentejo.pt (ANSA).
   

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