BOLOGNA - Laboratorio permanente, comunità per artisti, critici e curatori, e luogo di formazione per tutte le persone che vi hanno collaborato. Così Gino Gianuizzi definisce la storia della Galleria Neon - attiva a Bologna dal 1981 al 2011 e della quale fu tra i fondatori, - raccontata con 'No, Neon, no cry' una mostra (12 maggio-23 ottobre) ed un libro al Mambo di Bologna.
Nata senza un programma, senza strategia, senza budget e senza obiettivi predeterminati, dal suo archivio risultano oltre trecento mostre all'attivo, oltre a numerose attività collaterali e collaborazioni. Per celebrarla Gianuizzi è ricorso alla formula della wunderkammer: lo spazio della Project Room del Mambo è stato abitato da opere in proliferazione, da un accumulo visivo in cui inoltrarsi: ci sono lavori di 52 artisti, da Maurizio Catellan a Cuoghi e Corsello, da Eva Marisaldi alla Premiata Ditta, fino a Leonardo Pvi e Mala Arti Visive. Negli ultimi due giorni della mostra sono previste diverse iniziative.
Domani la presentazione del volume 'No, Neon, No cry' (edizioni Mambo), la storia della galleria raccontata dalla voce di Gianuizzi con la partecipazione di studiosi e critici. In serata Gianluca Codeghini ed il percussionista Gianbattista Di Genio presentano 'Flaw & order', una scultura in sospeso, ordinata tra memoria e disfunzione. In vari spazi del museo, Happening con l'artista Angelo Canadiano che, a partire dalla sua opera Mutante esposta in mostra, concepirà un nuovo lavoro dal titolo 'Cella', Il 23 ottobre in programma la performance 'Carta straccia 1968-2022', in continuità con Scultura impossibile (2020) di Aurelio Andrighetto; Dario Bellini e Collettivo 10dieciventi20, con 'Il piede', spettacolo di Filippo Tommaso Marinetti, andato in scena al Teatro Dal Verme di Milano nel 1915 e mai più rappresentato e 'Impressions', performance di Elio Marchesini, nome di punta della musica classica e contemporanea, percussionista noto anche per la sua vicinanza al mondo della ricerca artistica. (ANSA).